Il trasporto aereo è in notevole sofferenza, dispiace dirlo ma è proprio così. Purtroppo la catastrofe che si è abbattuta a causa dell’emergenza Covid ha generato una crisi senza precedenti e le inevitabili conseguenze si fanno sentire ancora tutte. Aerei fermi e a terra, pochissimi in volo, crollo delle vendite dei biglietti, aeroporti deserti, le persone non viaggiano più, un po’ perché la preoccupazione di ammalarsi ed esporsi al contagio è alta, un po’ perché i soldi per viaggiare non ci sono. Per non parlare poi di quei temi legati alla vita dei lavoratori che orbitano nel sistema aeroportuale, inutile dirlo, c’è la necessità di trovare un quadro di ammortizzatori sociali che siano tutelanti per l’occupazione, perché oggi in questo settore il rischio licenziamento è dietro l’angolo, ed occorre sostenere nell’immediato una rete di tutela a garanzia dell’occupazione e del reddito. Non ci si rende conto ma il mondo che gravita attorno al comparto del trasporto aereo è davvero infinito: a cominciare dai lavoratori che gli aerei li costruiscono, a quelli che fanno i piloti, le hostess o gli steward, agli assistenti di bordo, alle società di catering, alle società di servizi di terra (handling), alle imprese specializzate in manutenzione, fino a coloro che controllano i biglietti al check in o a coloro che avvolgono le valigie nel cellophane. Un universo di uomini e donne che dall’oggi al domani non è che hanno visto il loro lavoro ridimensionato ma completamento schiacciato dal peso di un nemico incontrastabile che ha bloccato ogni tipo di attività. Tutto fermo, tutto chiuso, tutto avvolto da una nube di angoscia. Purtroppo sono a rischio milioni di posti di lavoro e le previsioni sembrano aggravarsi sempre di più. Ad oggi il trasporto aereo italiano, che vale oltre il 3% del PIL con oltre 90mila addetti e quasi il triplo per l’indotto, è totalmente azzerato. 4,8 milioni di lavoratori del settore che rischiano di lasciare il proprio posto di lavoro considerato anche il fatto che la domanda di viaggi è crollata del 75%. Numeri sconcertanti che preannunciano una catastrofe occupazionale senza precedenti. Basti pensare al solo aeroporto di Napoli che lo scorso anno ha registrato 11 milioni di passeggeri e si apprestava a realizzare un programma per portare altri 6 milioni all’aeroporto di Pontecagnano ma, all’improvviso, ha visto bloccate le proprie attività e nel contempo crescere una serie di problemi che nel nostro territorio hanno avuto un impatto ancora più forte, anzi amplificato. Perché lo sappiamo bene, quando nella nostra terra si perde anche un posto di lavoro è una vera tragedia, e questo significa, per chi lo perde, non avere più la dignità, quella che spetta invece ad ogni uomo e ad ogni donna. E per molti lavoratori dello scalo partenopeo, come per tutti i lavoratori del comparto, il rischio di perderla c’è.
C’è un futuro tutto da ricostruire e le prospettive non sembrano essere incoraggianti, almeno sui tempi di ripresa, perché se è indiscutibile che la macchina ripartirà nel momento in cui il rischio per la salute sarà azzerato e i viaggiatori potranno riprendere gli spostamenti in maniera regolare, quando questo succederà non è ancora chiaro e certo. È su tutto il settore aeroporti, handling, fornitori, indotto che il Governo deve ormai concentrare la sua attenzione. È necessario mettere in campo riforme ed investimenti necessari a pianificare una ripartenza e uno sviluppo armonico di tutto il comparto. Occorrono risorse adeguate per sostenere i vettori e le imprese italiane, necessita rinforzare gli ammortizzatori sociali anche attraverso il finanziamento strutturale del Fondo di Solidarietà del Trasporto Aereo affinché venga garantito occupazione e reddito. Da luglio 2021 il fondo ritornerà ad essere alimentato con 1,50 euro per ogni passeggero che volerà sul territorio nazionale e questo garantirà un gettito che si aggirerà intorno ai 120/130 milioni di euro l’anno che sarà sufficiente, insieme alle scorte strutturali che il fondo già possiede, a garantire l’integrazione all’80% del reddito, la riqualificazione/formazione e l’integrazione della Naspi per tutti i lavoratori che ne avranno bisogno. Serve urgentemente l’attivazione di ammortizzatori sociali straordinari, a garanzia dell’occupazione e del reddito, anche e soprattutto per i lavoratori stagionali del settore che necessitano di sostegno e tutele in un momento di stallo come questo, perché si sa, questi lavoratori se non lavorano non percepiscono più salario e chissà se la loro stagione è ormai finita o forse non è mai iniziata. Il nostro territorio abbonda di questi lavoratori ed è impensabile lasciarli senza nessuna tutela, è necessario innanzitutto pretendere per loro l’allungamento della Naspi di altri mesi, il tempo che si stima necessario per una prospettiva di ripresa del mercato. Questo garantirebbe, a chi non dovesse quest’anno rientrare nel sistema produttivo a causa del basso traffico, una copertura di reddito e il congelamento dell’anzianità maturata durante i periodi di lavoro svolti a tempo determinato. È necessario dare corso alla riforma delle regole di concorrenza e competizione, partendo da una maggiore equità e trasparenza nei rapporti tra vettori e aeroporti e nelle politiche tariffarie degli stessi, creare un sistema che premi le imprese, anche nell’ambito dei vettori low cost, che operano nel rispetto delle regole e delle norme presenti nel nostro Paese e che penalizzi invece chi ha agito esclusivamente per profitto a danno del Paese e dei Lavoratori. Fondamentale individuare il CCNL come riferimento normativo e retributivo minimo per tutte le imprese del settore che operano sul territorio nazionale, indispensabile per combattere il dumping contrattuale e salariale, cercando nel contempo di dare vita ad un vettore nazionale di bandiera degno di questo nome. È infatti necessario un piano di sviluppo per Ita (Italia Trasporto Aereo) che preveda il mantenimento dell’attuale perimetro delle attività e dei relativi livelli occupazionali, un piano che preveda investimenti nella flotta, nella manutenzione, nell’attività di handling, nel cargo e che posizioni la nuova compagnia nelle alleanze internazionali e sul mercato.
Mai consentire che ci sia la perdita di un solo posto di lavoro, mai consentire che non ci sia futuro per i Lavoratori e le Lavoratrici del comparto e per le loro famiglie. Tutti hanno bisogno di certezze e della salvaguardia del loro livello occupazionale, tutte le loro professionalità meritano di essere salvate, attraverso un adeguato piano industriale di rilancio che consenta alla compagnia di bandiera di recuperare le quote di mercato e garantendo al settore una crescita qualitativa ed economica. La grande sfida è traghettare il trasporto aereo oltre il virus, oltre la crisi, oltre la contrazione globale, perché è inutile negarlo, il trasporto aereo è decisivo per la ripartenza e lo sviluppo dell’intero Paese ma affinché la ripartenza sia veloce e non si perdano posizioni rispetto ad altri Paesi è importante che siano presi provvedimenti in grado di supportare il settore e la sua filiera per mantenere la capacità e la competitività quando si ritornerà alla piena normalità.