C’è qualcosa a cui nessuno di noi potrebbe mai rinunciare, che viene sempre prima di tutto, prima di ogni altra cosa. Inutile dirlo, inutile ricordarlo. La vita non ha prezzo. Con la salute e la sicurezza dei lavoratori non si scherza. E nessuno può permettersi di metterla a rischio, nessuno può permettersi di non tenere in giusta considerazione questa grande responsabilità sociale. Soprattutto in momenti bui come questo che stiamo vivendo, soprattutto quando si combatte contro un nemico che non ha un volto e non si conoscono le armi che utilizza ma che è sempre pronto ad infliggere il suo colpo quando meno te lo aspetti. E i lavoratori che in questi giorni stanno fornendo il loro contributo nello svolgere attività lavorative legate a produzione di beni essenziali per la cittadinanza intera sono pronti a combattere tutti i giorni contro questo nemico, a testa alta, con fierezza, con paura ma con la consapevolezza che certi lavori vanno svolti per forza, per il bene della comunità, altrimenti non si può sopravvivere. E non c’è da meravigliarsi se in questi giorni sempre più tristi, difficili e bui, c’è chi sta alzando la voce contro le scelte di un Governo che a quanto pare non si è ancora reso conto, abbastanza, del vero dramma che il nostro Paese sta vivendo. In questo momento così complicato è importante che tutti facciano la propria parte, istituzioni e sistema delle imprese, lavoratori e cittadini, tutti insieme, perché chiunque in questo momento deve assumersi la propria responsabilità di frenare la crescita della diffusione del contagio da Covid-19. E per farlo occorre agire subito, per tutelare la salute e la sicurezza di quei lavoratori che, nonostante tutto ciò che sta accadendo, continuano a lavorare, sebbene (e questo duole ammetterlo) le misure adottate dalle aziende risultino ancora insufficienti e non in grado di garantire i livelli di sicurezza previsti dal DPCM dell’11 marzo 2020. Se da un lato è giusto ed importante garantire la crescita e lo sviluppo economico del Paese, dall’altro è fondamentale preservare la salute dei lavoratori. Non deve mai accadere che la salute dei lavoratori rischi di essere messa a repentaglio. Mai.
Perciò la Uil, insieme alla Cgil e la Cisl, ha chiesto al Governo di fermare tutte le produzioni non essenziali e garantire una maggiore tutela per la salute dei lavoratori. E’ importante in questo momento che tutte le attività non necessarie al Paese vengano bloccate, ma non perché la tenuta economica dell’Italia non sia importante ma semplicemente perché la salute dei lavoratori viene prima di ogni altra cosa. Dopo la sottoscrizione del documento delle “linee guida per il contrasto e la prevenzione del Covid-19” tra i Sindacati e associazioni datoriali del settore e la condivisione del Ministero dei Trasporti, era necessario riconsiderare l’elenco delle attività produttive indispensabili, chiedere la chiusura di quelle non strettamente necessarie, in modo da garantire la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. E coloro che continuano a prestare le loro attività lavorative dovranno essere dotati degli indispensabili dispositivi di protezione individuali e, in tutti i luoghi di lavoro, dovrà essere rigorosamente adottato il Protocollo sulla sicurezza. “I prefetti dovranno coinvolgere le organizzazioni territoriali per l’autocertificazione delle attività delle imprese che svolgono attività funzionali ad assicurare la continuità delle filiere essenziali. Il Ministro della difesa si è impegnato a diminuire la produzione nel settore militare, salvaguardando solo le attività indispensabili. Il Ministro dello Sviluppo Economico si è, inoltre, impegnato a incontrare specifici settori in cui sono emerse particolari difficoltà nell’attuazione del Protocollo.” Governo e Sindacati hanno quindi finalmente trovato un’intesa sulle attività da chiudere per l’emergenza Coronavirus, una gran vittoria, ma adesso è anche importante essere vigili e controllare che tutto venga svolto a norma, che venga segnalata ai Prefetti qualsiasi lavorazione non legata ai beni essenziali e laddove non risultassero le idonee condizioni di sicurezza previste dalle linee guida sottoscritte e previste dal Protocollo sul contenimento della diffusione del virus, “si dovranno ridurre le attività, dando priorità alle merci essenziali per l’interesse del Paese, o sospenderle attivando gli ammortizzatori sociali.” Le Organizzazioni Sindacali hanno inoltre chiesto un confronto immediato con il Mit per chiedere garanzie sull’applicazione di quanto previsto nel DPCM sul piano del trasporto delle merci e per richiedere “interventi strutturali di cui i nostri settori hanno necessità e che dovranno essere inseriti nei prossimi provvedimenti legislativi”. La salute viene prima di tutto, soprattutto prima del profitto. Nessuna ragione economica può prevalere sulla tutela della vita e sulla salute dei lavoratori e solo con un atto di grande responsabilità, come quello fatto dai Sindacati anche in queste ultime ore, si potrà rilanciare il nostro Paese e preservare la nostra vita.