È degli ultimi giorni la trovata targata EAV per sondare un po’ il terreno sullo scottante tema dell’evasione. Così dalla propria pagina Facebook, EAV lancia l’amo ai viaggiatori chiedendogli il motivo per cui, a loro avviso, si tende sempre più spesso a non acquistare il biglietto pur utilizzando il servizio ferroviario.
Ciò che ne viene fuori è a dir poco allarmante: in tutta l’azienda, tra ferro e gomma, evade all’incirca un terzo dei viaggiatori (dati alla mano centotrentamila passeggeri al giorno). Su un campione di circa 200 profili, per il quaranta percento il motivo risiede nell’assenza di senso civico; per il trentacinque percento a tale causa si aggiungono le mancanze di EAV in termini di gestione del servizio di controlleria e di vendita dei titoli di viaggio (con le moltissime biglietterie chiuse); per il restante venticinque percento l’evasione si erige quasi a diritto acquisito a causa del costo eccessivo e della scarsa qualità del servizio.
Un dato allarmante che denota lampante un modus operandi che si è radicato in quella fetta di cittadinanza che affonda le radici nell’inciviltà ignorando, o peggio prevaricando, la legge che impone un costo per la fruibilità di un servizio erogato, a prescindere da ogni sfaccettatura poi si voglia considerare.
Ciò non toglie il fatto che le carenze sussistono e che i disservizi si perpetuano, ma EAV lo riconosce e promette impegno. Oltre al futuro concorso che porterà 350 unità in più in organico, l’azienda è già al lavoro per la messa in opera di una app per l’acquisto del ticket dagli smartphone e per una riorganizzazione del servizio di controlleria che sarà di certo rafforzato.