Ad un certo punto della tua vita incontri l’uomo dei tuoi sogni e sei felice perché ti ama, non può vivere senza di te e tu non puoi fare a meno di lui. Sei una donna bellissima, intelligente, sei tutto quello che un uomo possa desiderare. Sei felice e vuoi condividere con lui la tua esistenza cosicché decidi di andarci a vivere insieme. Un salto nel buio senza paracadute che diventa una relazione tossica, distruttiva, una relazione fatta di abusi psicologici e fisici. Rinunci a tutto, sei soggiogata, ricevi offese continue ed umiliazioni. Quell’uomo dei tuoi sogni diventa il tuo incubo peggiore, ti ritrovi così a vivere con una persona che diceva di amarti ma che poi non accetta più il tuo corpo e ti critica perché sei troppo grassa o perché sei troppo magra e tu speri sempre di piacergli. Arriva così la prima grande violenza al tuo primo rifiuto, arriva il primo stupro, ormai sei la sua preda e lo autorizzi a questo tipo di “vita di coppia”. Ti controlla tutto, ti proibisce di uscire, di parlare, di incontrare chiunque e fa terra bruciata intorno a te.
No, questo non è amore e quando lo capirai sarà troppo tardi. Lo accontenti in tutto ma non basta mai, in fondo lui ti ama, sei tu che sei sbagliata. Ti convinci anche di questo. Con un regalo o una festa a sorpresa ti fa sentire in colpa perché lui è buono e generoso, sei tu che non sei alla sua altezza. Ma il giorno dopo il suo umore cambia e ti picchia solo perché non hai risposto subito al telefono. Ti picchia con violenza, hai paura che ti ammazzi, anzi desideri che lo faccia. Sì, perché quelle percosse sul tuo corpo, che ti feriscono così tanto, ti fanno sentire meno dei colpi che lui sferra su di te. Di nuovo solo e tanta violenza per un rapporto che non avresti desiderato così, perché ti ha fatto male fisicamente, ma ti è difficile chiamarlo stupro, un rapporto di coppia non dovrebbe mai diventare questo. Non ti senti una brava persona anche se la tua vita è tutta concentrata su di lui, il vampiro energetico che ormai ha assorbito tutto di te.
Ti tortura perché si sente inadeguato come uomo e sfoga su di te tutta la sua frustrazione. Sei offuscata, devi trovare la lucidità in questo rapporto infernale ed ecco che scatta in te l’istinto di sopravvivenza, ti rivolgi alle persone che ti amano e chiedi aiuto. Trovi la forza di lasciarlo ma lui ritorna, piange, ti chiede perdono, si sente solo senza di te. E tu gli credi, perché nonostante tutto, sei ancora innamorata e gli dai una seconda possibilità. Ma la violenza arriva di nuovo, sempre più crudele, e lo denunci. “Quella denuncia non dovevi farla, sgualdrina”, le ultime parole che hai sentito perché te l’ha fatta pagare. Una storia triste, dolorosa, ma sono storie queste che si leggono sempre più spesso negli ultimi tempi. La violenza è il male di questo secolo. La violenza che imperversa sulle donne è un abominio a cui bisogna porre rimedio. Molte vittime di queste violenze si rivolgono all’autorità giudiziaria, ma non basta: occorre proteggerle, occorre che i processi diventino veloci e adeguati. È ormai un’emergenza globale di proporzioni epidemiche ed è necessario porre un’attenzione maggiore sulle vittime e sui loro diritti. La denuncia è il primo passo verso la salvezza. Il resto spetta a chi deve tutelarci. Parlare e sensibilizzare l’opinione pubblica su questi argomenti non sarà mai abbastanza. “I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità; il rafforzamento del potere di azione delle donne significa il progresso di tutta l’umanità. (Kofi Hannan)”. Che si invochi il progresso di tutta l’umanità.