Ci troviamo nell’anno 1939. Antonina Zabinski e suo marito Jan sono i proprietari e i custodi dello zoo di Varsavia, luogo che i due coniugi amano e curano con attenzione e impegno costante. Soprattutto Antonina, donna da un passato molto difficile e di una forte e spiccata sensibilità, dedica tutta se stessa alla cura dei suoi animali e alla loro tutela e salvaguardia, dimostrando tutta la sua sofferenza e il dolore più profondo quando lo zoo viene quasi distrutto a causa dell’occupazione delle armate tedesche.
I nazisti invadono infatti la Polonia e la città passa sotto il loro controllo, tra bombardamenti che la dilaniano e che causano la distruzione inevitabile anche dello zoo e la morte di quasi tutti gli animali. Lo zoo è così costretto a chiudere. Antonina e Jan si rendono conto delle atrocità commesse dai nazisti e decidono di collaborare in segreto con la “Resistenza”, rischiando la propria vita, utilizzando le gabbie e i tunnel sotterranei dello zoo per consentire agli ebrei di fuggire, nonostante lo zoo sia occupato dai soldati tedeschi e nonostante la presenza di Lutz Heck, zoologo nominato dal Reich che nutre interessi nei confronti di Antonina. Questa è la storia della “La signora dello zoo di Varsavia”, film diretto da Niki Caro basato sul libro di Diane Ackerman “Gli ebrei dello zoo di Varsavia”, racconto che ha le sue radici nel diario della vera Antonina Zabinski. È questo infatti un film che si basa su una storia realmente accaduta, quella dei coniugi Zabinski che misero in salvo circa trecento persone e nel 1965 ebbero il titolo di “Giusti tra le Nazioni”, un riconoscimento conferito a coloro che agirono a rischio della propria vita per salvare quella anche di un solo ebreo. Una storia avvincente, ricca di sofferenza e dolore, ambientata in un contesto storico particolare, fatto di guerra, bombardamenti, uccisioni, violenza.
Una coppia che tenta di sopravvivere alla logica di un mondo fatto di violenza cercando di proteggere quegli animali a cui sono legati ma soprattutto quelle persone che tentano di sfuggire alle barbarie della vita. La regista Niki Caro decide di incentrare il suo film su Antonia, questa figura femminile ritratta come un vero e proprio angelo, una donna dolce e piena di amore per gli animali del suo zoo e per le persone che incontra. La sua figura, la figura di questa donna buona e generosa, rende migliori perfino le cose brutte, gli accadimenti dolorosi ci sono ma sono inseriti in una cornice in cui è facile riconoscerli e adattarsi. I coniugi Zabinski dovranno affrontare tanto dolore e dovranno imbattersi in mille difficoltà, il loro rapporto sarà messo in pericolo dalla figura dello zoologo nazista che diventerà sempre più insistente nei confronti di Antonina che si sentirà a sua volta spaventata a rifiutare l’uomo. Lo zoo di Varsavia diventerà così, durante il susseguirsi della storia, uno “zoo umano”, un luogo protetto dove l’umanità dei personaggi renderà questo film avvincente e godibile sino alla sua ultima scena. Una perla di film con personaggi talentuosi, performance di grande talento, un susseguirsi di eventi tragici dove predomina la figura di una donna fragile ma che riesce, attraverso la sua infinità umanità, attraverso le sue convinzioni, a trovare la forza di reagire nonostante il terrore opprima la sua anima. Una pellicola, insomma, da non perdere.