La premessa è doverosa. Il titolo è esagerato ma era impossibile resistere alla tentazione di citare il bel romanzo di Robert Shaw. Come il memorabile film con Robert Redford e Alec Guinness che ne fu tratto, narra la paradossale vicenda di due aviatori americani che durante la seconda guerra mondiale vengono catturati da un civile tedesco, rinchiusi in una cantina e lì tenuti prigionieri per molto tempo dopo la fine della guerra.
Un paradosso in cui, in qualche modo, è possibile rintracciare un certo parallelismo con la Napoli Servizi. Come quei due aviatori rimasti a lungo prigionieri di un nemico che di fatto non aveva più ragione di esistere, la Napoli Servizi resta prigioniera di servizi ed attività di cui è stata imbottita dal Comune di Napoli per sopperire alla scomparsa di società partecipate liquidate o fallite a causa di gestioni inefficaci e progettualità inconcludenti.
È così che la Napoli Servizi, nata per assicurare la pulizia e la manutenzione delle sedi comunali, è diventata una multiutility che eroga i servizi più disparati, dalla gestione amministrativa e manutenzione dell’ERP (Edilizia Residenziale Pubblica), all’assistenza ai bimbi disabili nelle scuole comunali, dentro un elenco di diciotto linee di produzione che è quasi impossibile ricostruire sinteticamente in un articolo.
Più facile, ma anche più urgente, ricordare che queste attività vengono erogate sulla base di un contratto di servizio che sembra costruito per consentire al Comune di Napoli di trasferire alla Napoli Servizi quanti meno soldi possibile. Un contratto a prestazione che scadrà nel 2024 e nell’applicazione del quale si è più volte registrata una sorta di “ostilità burocratica” con cui diversi dirigenti comunali hanno inasprito le difficoltà economiche e finanziarie già connaturate all’esercizio di attività così complesse e diversificate. Tanto complesse e diversificate da rendere impresa ardua anche la gestione del personale, per cui sarebbe necessaria una duttilità non contemplata da un Contratto di servizio sin troppo rigido ed arzigogolato. Com’è facile immaginare, questo complicato intrigo di difficoltà gestionali ha avuto effetti anche sulla consistenza e sulla qualità dei servizi erogati, comunque di livello a nostro avviso compatibile con un Contratto di servizio adatto ad una friggitoria ad acqua più che ad una multiutility a cui sono affidate attività strategiche per i cittadini e per la proprietà comunale.
Forse è per questo che abbiamo storto e continueremo a storcere il naso di fronte a campagne di stampa che vogliono rappresentare la Napoli Servizi ed i suoi Lavoratori come un concentrato di inefficienze ed improduttività, forse per sostenere strategie di riordino delle partecipate comunali che potrebbero frammentare e spacchettare un’azienda che rappresenta l’unica fonte di reddito, in verità piuttosto basso, per molti dei suoi circa millequattrocento dipendenti. Troppo spesso si dimentica che in virtù del CCNL applicato – il cosiddetto “Multiservizi”- gran parte di quei Lavoratori percepisce poco più di mille euro al mese. Un insieme di fattori che ha originato anche vertenze sindacali complesse di cui parleremo in altri articoli di questo giornale.
Prima o poi, speriamo, l’Amministrazione Comunale manterrà l’impegno di confrontarsi con le Organizzazioni Sindacali sull’intero piano di riordino delle società partecipate e, speriamo ancora, troveranno conferma le tanto abbondanti quanto generiche rassicurazioni rilasciate alla stampa sulla tenuta dei livelli occupazionali. C’è da augurarsi che da quel confronto emerga qualcosa in più. Prima di tutto la considerazione per i Lavoratori, e tra questi quelli della Napoli Servizi, che in questi anni hanno garantito servizi strategici con grande sacrificio, molti pregiudizi e pochi mezzi a disposizione. Insieme a questa, la consapevolezza che senza risorse e strumenti organizzativi adeguati non si possono erogare servizi di qualità. Per dirla in breve, che il Comune lavori per ridare dignità alle sue partecipate e chiudere definitivamente la stagione delle friggitorie ad acqua.