In occasione del 25 novembre, la Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne, il Coordinamento delle Pari Opportunità e Politiche di Genere della Uiltrasporti Campania ha organizzato un’iniziativa dal nome “Fa’ L’Omm… Rispettala”, che si è svolta presso la Sala “Telesco – Izzo” della sede sindacale sita in Piazzale Immacolatella Nuova. Una serie di testimonianze, racconti, video e approfondimenti con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sulla drammaticità del fenomeno della violenza di genere, riflettere sulla sua recrudescenza al fine di contrastarla con ogni mezzo possibile nelle sue varie forme e nelle sue diverse sfaccettature.
BASTA ALLA VIOLENZA, sì alla promozione di una cultura del rispetto di genere e delle pari opportunità.
All’appuntamento presenti il Segretario Generale della Uiltrasporti Campania, Antonio Aiello, la Responsabile del Coordinamento Pari Opportunità Uiltrasporti Campania, Rachele Pagano, la scrittrice e autrice del romanzo autobiografico “Scappa a piedi nudi”, Ilde Terracciano, e il Vicepresidente del Consiglio Regionale della Campania Delegata alle Pari Opportunità e Politiche di Genere, Loredana Raia.
Un momento di sensibilizzazione e informazione racchiuse in un’iniziativa della Uiltrasporti Campania per dire basta alla violenza attraverso riflessioni e proposte su un fenomeno purtroppo ancora profondamente radicato, storicamente e socialmente. Una tavola rotonda con contributi essenziali per confrontarsi e aumentare la sensibilizzazione contro un fenomeno che dilaga e che troppo spesso sfugge al controllo delle autorità e delle istituzioni. L’evento inizia con Rachele Pagano che richiama l’attenzione dei presenti in sala con racconti di donne vittime di femminicidio, cala il silenzio dinanzi a queste storie dolorose, di persone protagoniste di un tragico epilogo che da anni riempiono le pagine dei rotocalchi in maniera sempre più angosciante. Storie di violenza e di coraggio. Donne vittime di aberrante violenza, verità angoscianti che violano i diritti umani. La sola denuncia non basta, non è garanzia di protezione, occorre fare di più, non sanare ma educare partendo dalle radici. Non sono mancati momenti di forte commozione con il racconto di Ilde Terracciano, la sposa bambina di appena 12 anni, vittima innocente di una violenza inaudita, una donna guerriera che crede ancora all’amore nonostante una vita fatta di dolore e sofferenze. Quella di Ilde è una testimonianza forte, energica: il messaggio che arriva a tutti i presenti in sala è quello di avere sempre il coraggio di denunciare, di reagire, scappare davanti ai primi segnali di violenza, di avere fiducia in sé stessi e non nell’acritica devozione a qualcuno di apparentemente grandioso che alla fine si rivela il mostro contro cui combattere.
Con questa occasione la Uiltrasporti Campania ha dato voce a chi non ne ha più, contro coloro che applicano ancora discriminazioni, femminicidi e cultura patriarcale: un’iniziativa inusuale e di grande impatto, come sottolinea Loredana Raia, che parte dal titolo in dialetto napoletano, “fa l’omm…”, sii uomo, perché un vero uomo è colui che ha rispetto delle donne, colui che non specula sui sentimenti puri degli altri. Un’intuizione geniale quella della Uiltrasporti Campania, che parte da un linguaggio nuovo che costruisce una particolare narrazione tra uomo e donna, un modo straordinariamente efficace per celebrare la giornata contro la violenza sulle donne. È proprio in un momento come questo, in cui si riflette su come l’esplosione di violenza contro le donne, specie quella inflitta nelle mura domestiche, che ogni ora e ogni giorno scuote sempre di più le coscienze, che si comprende quanto poco si stia facendo contro questo fenomeno aberrante. Le Istituzioni – ad ogni livello – devono agire con responsabilità, rigore e tempestività. Prevenire le violenze, senza più frapporre indugi burocratici, distrazioni da parte di chi ha il dovere di intervenire e non lasciare sole le donne che chiedono aiuto, soprattutto in una questa fase economica così difficile che rende le donne ancora più vulnerabili, in un’emergenza democratica di vita e di civiltà.
Le iniziative e gli strumenti a disposizione devono diventare strutturali – a partire dal sostegno alle associazioni ed ai Centri antiviolenza presenti sul territorio. “Il ruolo del Sindacato è anche quello di organizzare questo tipo di eventi” chiosa Aiello, “è opportuno accendere i riflettori su temi così delicati ancora drammaticamente presenti nel nostro Paese. Il Sindacato ha un dovere etico, quello di agire nel sociale”; è importante concentrarsi sulla programmazione di azioni di sensibilizzazione e di diffusione della cultura del rispetto reciproco tra i sessi, dando spazio all’attivo coinvolgimento delle istituzioni scolastiche e alla formazione degli attori istituzionali e sociali impegnati a vario titolo nel contrasto e nella prevenzione della violenza di genere. È necessario, innanzitutto, incrementare le opportunità di lavoro affinché l’indipendenza lavorativa diventi un fattore importante per dare alle donne il coraggio di denunciare.
Occorre, sicuramente, un intervento più incisivo dello Stato attraverso lo stanziamento di fondi economici per aiutare centri di accoglienza, centri antiviolenza e case di rifugio per le donne. In Italia, tutto sommato, le misure cautelari a difesa delle donne vittime di violenza esistono ma serve che siano applicate adeguatamente. Occorrono, poi, misure protettive e incisive a partire dalla creazione di una task force dedicata, l’inasprimento delle pene, detenzioni preventive di sicurezza e braccialetti elettronici anti stalker. È necessario, altresì, che i magistrati, gli operatori di giustizia e le Forze dell’Ordine siano adeguatamente formati sul tema della violenza di genere. Ciò che va da subito raggiunta, infatti, è un’inversione di tendenza, una rivoluzione culturale che elimini le scorie di una cultura maschilista e patriarcale tossica, che danneggia tanto le donne quanto gli uomini. Un obiettivo che, per essere realizzato, deve basarsi su un’educazione all’amore, al rispetto e alla sessualità che cominci fin dalla scuola dell’Infanzia. Un’impresa che oggi, soprattutto nel nostro Paese, appare ancora un’utopia, ma che è l’unica risposta possibile al fenomeno – strutturale, non emergenziale – della violenza e della disparità di genere.