Il 10 e 11 marzo la Carovana della Uil contro il precariato ha fatto tappa a Napoli, in piazza Mercato. Una due giorni intensa, aperta dal Segretario Generale PierPaolo Bombardieri attraverso un viaggio di sensibilizzazione, un’iniziativa unica e incisiva, un progetto simbolico ma con proposte concrete per combattere il precariato e promuovere una cultura del lavoro dignitoso. La “Carovana contro il precariato” è infatti un progetto che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a mobilitare le Lavoratrici e i Lavoratori per la difesa dei loro diritti, per coinvolgere i cittadini in un dialogo aperto e diretto sul tema del lavoro, attraverso eventi, dibattiti e incontri, per far emergere le esperienze di chi vive la precarietà e proporre soluzioni concrete. È nata così la necessità di discutere con le Persone, nelle piazze, e la Uil lo ha fatto con un camion furgonato di oltre 13 metri e mezzo, tutto brandizzato, in grado di aprirsi e diventare un vero e proprio palco su cui ospitare discussioni, panel, approfondimenti, un modo per confrontarsi su temi di grande interesse. Mettere il lavoro al centro, soprattutto il lavoro sicuro. E si è pensato di farlo attraverso incontri e dibattiti perché la Carovana ha ospitato eventi in cui esperti e rappresentanti sindacali hanno discusso delle problematiche legate al precariato e delle possibili soluzioni.

È stato distribuito materiale informativo, volantini, opuscoli per educare i lavoratori sui loro diritti e sulle opportunità di supporto. Durante la tappa della Carovana sono state raccolte e condivise storie di lavoratori precari, dando voce a chi spesso rimane inascoltato. Perché in questo Paese si parla poco dei Lavoratori precari che non hanno una stabilità economica e contrattuale, nonostante poi ci raccontino delle belle storie, ci dichiarino che è aumentato il lavoro a tempo indeterminato, nonostante ci dicano che nel nostro Paese è sparito il lavoro precario. Ma sappiamo bene che non è così. I numeri parlano chiaro, i numeri ci raccontano di un Paese in cui sono presenti 6 milioni di poveri, di lavoratori che non arrivano a 20.000 euro annui, e la Uil ha pensato bene di ascoltare i protagonisti di queste storie, di dire ai giovani che c’è qualcuno che vuole dargli una mano, che almeno prova a farlo, che vuole ascoltarli e che prova a portare al Governo le istanze di chi oggi è considerato solo un fantasma. Oggi i ragazzi non riescono ad accedere ad un mutuo per una casa, non sono in grado di fare un acquisto a rate ma soprattutto non riescono a programmare il loro futuro. Da qui la necessità di mettere il tema del precariato sempre più al centro del dibattito sociale ed economico del nostro Paese perché la precarietà lavorativa, intesa come assenza di stabilità e sicurezza in ambito professionale, ha colpito milioni di lavoratori in tutto il mondo, generando ansia, incertezze e un crescente malcontento sociale.

La UIL ha deciso così di portare avanti una ferma lotta contro questo triste fenomeno, chiedendo diritti e tutele per tutti. Troppi i contratti temporanei, i lavori a chiamata, gli stage non retribuiti e le forme di occupazione irregolare; l’assenza di tutele adeguate porta purtroppo ad una crescente disuguaglianza sociale, con un aumento della povertà e della marginalizzazione di intere fasce della popolazione. A ciò si aggiunge una cultura del lavoro che svaluta le competenze e il contributo dei lavoratori e che porta ad una società in cui il lavoro viene percepito come un mero strumento di sopravvivenza, piuttosto che come un’opportunità di crescita e realizzazione personale. È necessario promuovere politiche attive del lavoro che favoriscano l’occupazione stabile e la formazione continua. È fondamentale investire in politiche pubbliche che garantiscano diritti e tutele, creando un ambiente lavorativo inclusivo e sicuro. La lotta al precariato non può essere affrontata senza il coinvolgimento diretto dei lavoratori. Non è una questione individuale, ma un tema collettivo che richiede la partecipazione e l’impegno di tutti. È una battaglia che riguarda tutti. È un impegno per un futuro in cui il lavoro non sia fonte di ansia, ma un’opportunità di crescita e realizzazione. Noi continueremo a batterci per garantire diritti e tutele a tutti, perché ogni Persona merita di lavorare in condizioni dignitose e sicure. Insieme, possiamo costruire un mondo del lavoro migliore, dove la precarietà non può trovare più spazio. È tempo di alzare la voce e rivendicare il nostro diritto a un lavoro stabile e dignitoso.