Pensate di essere una Lavoratrice o un Lavoratore che opera negli appalti ferroviari. Pensate di essere inseriti all’interno di questo settore da svariati anni, ma sempre con contratti a termine o part-time, passando da un lotto ad un altro, da un appalto ad un altro, per più ditte e con lavorazioni diverse, così da aggirare quei pochi vincoli che obbligano a trasformare il vostro contratto in indeterminato. L’unica certezza è che sarete sempre strizzati fino all’ultimo giorno contrattuale. Immaginate anche quanto possa essere difficile, economicamente, arrivare a fine mese.
Perché nessuno vi darà un lavoro se non per 25/30 ore settimanali (quindi con una percentuale che va dal 60 al 77% del lavoro pieno e quindi anche della retribuzione), ma tutto ciò solo quando si è proprio fortunati. In un Paese con i salari fermi agli inizi degli anni ‘90, potreste addirittura trovarvi con contratti a 18 o 20 ore, quindi con salari del 40, 50% dello stipendio pieno, già di per sé basso rispetto alla media europea. Immaginatevi in queste condizioni e anche senza avere tra le mani la forza di un contratto indeterminato che vi dia la possibilità di chiedere a gran voce il rispetto dei vostri diritti, senza avere garanzie di osservanza delle normative del CCNL, senza stabilità, con un forte disagio economico e anche psicologico. Vi chiederanno anche di affrontare i grandi passi della vita che magari avete anche voglia di intraprendere, ma di sicuro non in queste condizioni. Insomma, siete per un attimo diventati anche voi una Lavoratrice o un Lavoratore fantasma. Difficile comprendere come vivono e lavorano tanti, ormai troppi, ed in ogni settore e quanto tutto ciò costi in termini umani e sociali.
Prima di continuare a parlare di precarietà, è necessario chiarire alcuni aspetti. Prendendo in analisi il mondo degli appalti ferroviari le differenze tra le varie lavorazioni in appalto sono enormi: vanno dalla manutenzione dei treni alla manutenzione delle linee e delle infrastrutture, dalla piccola manutenzione delle stazioni al personale mobile, dalla pulizia alla ristorazione a bordo treno, dalla pulizia di fondo dei rotabili a quella delle stazioni e così via. Lo stesso poi è diviso tra appalti per l’alta velocità, regionale, Intercity, a volte anche in più lotti per alcuni dei già citati appalti. Insomma, una frammentazione enorme. Una giungla di concessioni, subappalti e contratti, dove le gare si vincono quasi sempre puntando al massimo ribasso. Il tutto in un contesto di precarietà che trova terreno fertile con questo tipo di fenomeno contrattuale. Perché a pagare il prezzo più alto di queste filiere sono quasi sempre i Lavoratori, con il mancato rispetto dei CCNL e con nessuna vigilanza su questo tema, con salari bassi e con l’instabilità contrattuale. Sono anni che le OO.SS. marciano, scrivono e urlano dalle piazze, indipendentemente dal colore dei governi che si sono succeduti. Ripetiamo da anni che tutto ciò, in un Paese civile, in una Repubblica fondata sul lavoro, non è più accettabile. Le Persone ed il diritto ad un lavoro stabile, in sicurezza e dignitoso, vanno messe al centro di qualsiasi progetto politico futuro. È quindi necessario un innalzamento della qualità della vita dei Lavoratori, un requisito fondamentale, raggiungibile solo con la stabilità e la sicurezza. Proprio contro il precariato a Napoli il 10 ed 11 Marzo 2025, in Piazza Mercato, arriverà la Carovana della UIL. Tappa di un grande tour che vuole dar voce a tutti i Lavoratori fantasmi del Paese. Noi ci saremo.
Francesco Falsone