In Italia, ogni giorno, raggiungiamo il 2,48% dei morti sul lavoro. Non 10, non 100, nemmeno 1000.
3 morti al giorno, un numero piccolo se consideriamo la numerosa platea di Lavoratori presente nel nostro Paese (sono circa 22,4 milioni). Numeri che spesso appaiono sui post dei social, nei telegiornali. E quando si parla di morte sul lavoro il rammarico è enorme ma poi si va avanti, tanto quel numero esiguo è lontano da noi. Ma proviamo a cambiare prospettiva, proviamo a fare una riflessione: quanti dei nostri figli lavorano nel nostro territorio, quanti hanno dovuto abbandonare la nostra terra per affermarsi altrove, quante donne, mogli e madri dei nostri bambini svolgono un’attività lavorativa perché con un solo stipendio in famiglia non ce la si fa. Con questa prospettiva quel piccolo numero che appariva così esiguo diventa invece enorme e il pericolo di un evento drammatico non è poi così lontano da noi. Allora, quale è il numero giusto?
È ZERO! Questo deve essere il nostro obiettivo, raggiungere zero morti sul lavoro. I decani dell’igiene ambientale in Campania ci parlano spesso dell’evoluzione che il comparto ha avuto negli ultimi 30 anni, delle migliori tutele per le Lavoratrici e i Lavoratori del settore. Ci insegnano che questo è l’unico modo per andare avanti, ma avanti dove? Inseguendo una produttività sempre più massacrante a discapito delle norme sulla sicurezza? Combattendo una guerra di arrivismi e posizioni, che magicamente si trasforma in delega per quel sindacato amico di merenda? Parlano di noi e del nostro livello culturale basso, senza accorgersi che nel tempo abbiamo imparato a scrivere, a leggere e a valutare, senza considerare che quando li mettiamo alle strette si nascondono, scaricando la colpa sui Lavoratori, dimenticando il nostro ruolo di sindacalisti che non si ferma alla sola trattativa economica ma anche, anzi soprattutto, a quello di salvaguardare e garantire le migliori tutele per coloro che rappresentiamo, perché quando uno di noi la sera non torna a casa, perché vittima di omicidio sul lavoro, è una colpa, un fallimento anche nostro. E allora ecco che colpiti nell’orgoglio si incomincia a partecipare al festival delle carte: si scrive a chiunque, sempre più in alto, si mandano documenti alle aziende, alle istituzioni, ai politici, lamentiamo il non rispetto delle norme e poi arrivano le procedure di raffreddamento. E c’è chi, sotto mentite spoglie di sindacalista, rivela la propria vera identità, quell’identità politica che rifugge volutamente le vertenze sindacali. Ma costoro aspirano a diventare politici? Io no, io voglio fa’ o’ sindacalista! L’ultimo foglio di carta, prodotto a seguito della morte di un collega, ci ha portato davanti ad un tavolo tecnico per la costituzione dell’Osservatorio permanente di Igiene Salute e Sicurezza del settore Igiene Ambientale di Napoli e provincia. Un primo incontro in Prefettura per presentare le nostre proposte.
Abbiamo riscontrato disponibilità per sviluppare un progetto strutturale sulla valutazione del rischio, suddividendo l’intero ciclo di lavorazione in differenti fasi ed individuando, per ciascuna di esse, le fonti di pericolo. Al fine di evidenziare eventuali anomalie nella gestione della sicurezza dal punto di vista tecnico, organizzativo e procedurale, oltre alle possibili interazioni tra uomo e macchina/attrezzatura che intervengono durante lo svolgimento delle operazioni, si è ritenuto fondamentale valutare le possibili conseguenze del particolarissimo ambiente di lavoro su strada. Un tavolo sicuramente utile ma avremmo voluto che fosse emersa la necessità di attribuire nel modello di prevenzione dei rischi lavorativi, introdotto con il recepimento delle Direttive Europee, ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) un ruolo molto rilevante per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, anche per l’importante funzione di collegamento tra datore di lavoro e lavoratori. Lo abbiamo scritto, nero su bianco. Come nere e bianche sono le white-list e le black-list che rappresentano i dati delle aziende in Campania, nelle quali, con enorme dispiacere, costatiamo che la mala cultura della sicurezza regna padrona. Pochi i cantieri a norma in Campania, poche realtà dove la sicurezza è messa al primo posto. Abbiamo avallato scelte come l’introduzione della figura del “mono-operatore” (significa che lavori da solo, se ti senti male sei solo, se hai un problema sei solo), che dovrebbe prevedere percorsi certificati ma che assomiglia ad una condizione lavorativa quasi fuorilegge.. Il CCNL del settore Igiene Ambientale prevede un massimo di 9 ore lavorative al giorno ma ci sono realtà che si spingono oltre, perché ci sono coloro che pensano che le malattie professionali non esistano approfittando di altri, quelli del precariato, che vivono di prestazioni straordinarie pur di far quadrare i propri conti, lavorando spesso in condizioni che rasentano la sicurezza. Il tutto avviene all’interno di aziende che autorizzano ad un vero e proprio massacro, aziende concentrate sul risparmio economico a danno della salute e sicurezza dei Lavoratori, il tutto nel silenzio totale di chi li amministra. E se parliamo di impianti, degli stir, gli stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti, la situazione non cambia, si ignorano le tante grida di allarme dei Lavoratori sulla mancanza delle minime regole di sicurezza.
Tutti si lamentano ma nessuno fa niente… Perché la sicurezza costa. E vediamo quanto costa questa sicurezza: vernice gialla segnaletica 13,90 euro; occhio di gatto brillo (diamantino stradale) 18,43 euro; guard rail 179,00 euro al metro; ganasce freno 62,27 euro; lampadine faro 6,23 euro; ruote camion 300,00 euro. La nostra vita, la nostra incolumità, la nostra famiglia può dipendere da queste cifre. Ed è vero che siamo legati ai numeri e tali resteremo fino a quando non useremo tutte le armi che abbiamo in nostro possesso per scongiurare gravi drammi sul lavoro. Se vogliamo difenderci e tutelarci durante lo svolgimento della nostra attività lavorativa dobbiamo pretendere il rispetto delle regole, dobbiamo pretendere che le norme sulla sicurezza siano rispettate e ogni volta che omettiamo di denunciare, che ci giriamo dall’altra parte, ricordiamoci di quell’esiguo numero, ricordiamoci del nostro obiettivo, zero morti sul lavoro! L’unico numero in cui ci riconosciamo. A noi giovani il compito più arduo, quello di passare dai numeri alle Persone, ridare il giusto valore ad un comparto che merita il giusto riconoscimento per il lavoro svolto. Noi siamo il Sindacato delle Persone… Quello che ascolta, parla e dà risposte alle persone. Non siamo politici, siamo riformisti con la piena convinzione che ogni idea è quella buona, ogni idea è confronto, ogni idea è libertà.
Bruno Panico