Negli ultimi anni c’è uno sport che è letteralmente esploso, appassionando tutti, tanto l’ex professionista di tennis quanto chi non pratica sport da tempo: il padel. Se c’è un aggettivo per definire questa disciplina, il più adeguato è sicuramente “aggregante” perché esprime a pieno la natura di uno sport che negli ultimi anni ha spopolato coinvolgendo tantissime persone. L’aggregazione nasce dal fatto che si gioca in quattro, due contro due: più semplice che trovare un’intera squadra di calcetto, più divertente di un tennis uno contro uno. Complice del successo anche il periodo di restrizioni del 2020, quando in zona arancione e gialla il padel è stato uno dei pochi sport in campo a poter essere praticato – all’aperto e con tesseramento – perché non considerato di contatto. Ma il successo del padel per cui sembra che chiunque voglia provarlo coinvolgendo amici, parenti e partner, non si può ascrivere solo alla mancanza di scelta in un periodo di difficoltà. Il suo segreto, secondo chi lo pratica e lo osserva, sta nella capacità di coinvolgere, divertire e fare bene, sia al corpo che alla mente. Rispetto al lontano parente tennis è senz’altro uno sport semplice ma non banale ed è sociale perché c’è un intenso scambio tra compagni di squadra, per coordinare i movimenti e condurre il gioco. La semplicità nasce poi dai campi di dimensione ridotta, circondati da pareti di vetro su cui far rimbalzare la palla, e da regole molto meno rigide. La storia di questo gioco è abbastanza recente e risale agli anni ’70 dello scorso secolo quando in Messico un noto cittadino della buona società decise di sfruttare lo spazio disponibile nella sua residenza per costruire un campo che consentisse di giocare a tennis. Nello spazio che aveva a disposizione era però presente un muro di tre metri in corrispondenza di una delle due zone di fondo campo. Questo non lo demoralizzò e scelse di procedere comunque con i lavori: costruì un altro muro di tre metri dalla parte opposta del campo e due barriere più basse ai lati. E così l’ostacolo diventò una possibilità. Introdusse una nuova regola rispetto al tennis: i rimbalzi della pallina sulle pareti dovevano considerarsi validi. Questa combinazione particolare aveva l’indubbio vantaggio di creare un’area di gioco in cui la palla era sempre in movimento.
Il Padel rimase tuttavia un gioco d’élite fino all’inizio degli Anni ’80, quando alcuni turisti americani decisero di esportare tale disciplina nel loro paese ove costruirono diversi campi da gioco. Progressivamente, il gioco cominciò a convertirsi in un vero e proprio sport e a diffondersi in vari paesi: dall’Argentina alla Spagna – paese d’adozione con migliaia di giocatori e dove oggi è il secondo sport dopo il calcio – dalla Francia al Brasile. In Italia la Federazione Italiana Gioco Padel (F.I.G.P.) nacque nel Febbraio del 1991, costituita da alcuni amatori con lo scopo di promuovere nel nostro Paese uno sport capace di unire le qualità del Tennis ad una maggiore facilità di apprendimento e di gioco e ad un minore dispendio di spazio e strutture.
E, a poco a poco, negli anni è nata una vera e propria “padel mania”, perché è innegabile che da un po’ di tempo questo sport ha fatto innamorare tutti senza distinzione di sesso e di età. Ma la crescita di questa disciplina, nel nostro Paese, ha dato impulso anche allo sviluppo di attività economiche ad esso correlate: oltre al marchandising si è registrata in questi ultimi anni la nascita di tanti club, i cosiddetti “padel house”, dove oltre a praticare questo sport è possibile riunirsi divertendosi e favorendo anche semplicemente un’occasione di incontro tra vecchi e nuovi amici. Ma questo sport non è gradito a tutti, soprattutto ad alcuni tennisti come ad esempio Nicola Pietrangeli, ex numero 3 del mondo, il più forte italiano di tutti i tempi che intervistato a proposito della moda del momento a “Estate in diretta” lo ha definito “Il trionfo delle pippe”. Pietrangeli ha poi corretto il tiro spiegando il senso della sua battuta e attribuendole un significato meno spregiativo di quel che voleva sembrare, ricalcando invece la semplicità di questo sport che permette a tutti di divertirsi.
E senza alcun dubbio uno dei punti di forza di questo sport è proprio il riuscire a soddisfare il giocatore sin dalla prima partita; tuttavia ciò che lo fa essere sempre più popolare è la sua capacità, in un momento di grande individualismo, di coinvolgere e riunire persone diverse e sconosciute. Tante infatti sono anche le app nate per organizzare partite e trovare giocatori che favoriscono una grande partecipazione di tantissime persone anche estranee tra loro.
E allora… che padel mania sia!