Lo Sciopero Generale del 16 dicembre 2021 ha ingenerato, ancora prima della sua effettuazione, una discussione e un dibattito che se fossero esercitati sul merito delle questioni poste da UIL e CGIL – fino ad una settimana fa anche unitariamente – sarebbe pure utile, ma visto che le speciose posizioni sono sul metodo, sull’opportunità e sull’inadeguatezza della misura di protesta (visto il momento delicato in piena pandemia) appare evidente come ancora una volta nel Paese sono in troppi sempre pronti a girarsi dall’altra parte, quella sbagliata. Ciononostante, le ragioni dello sciopero stanno schiudendo una traccia nel Paese che difficilmente si potrà ignorare, l’insolenza di politici, opinionisti e buona parte della stampa non potrà arginare il merito delle questioni per lungo tempo, magari faranno una legge di bilancio frutto di compromessi fra loro, troveranno accordi più o meno dicibili per gli assetti istituzionali, vero punto di snodo di questi giorni, ma poi i problemi restano e i nodi verranno al pettine con le sofferenze che si possono ignorare ma non sopprimere.
Abbiamo posto un problema reale e da molti sentito, quello della REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA E DELL’EQUITÀ SOCIALE , ovvero chi paga le tasse e su chi si fanno i conti delle entrate. Questi, come è noto, sono i lavoratori dipendenti e i pensionati per oltre il 90% delle entrate, che in questo lungo periodo di crisi pandemica hanno continuato ad essere ininterrottamente versate; quindi da che parte si può partire per accettare che adesso la “mancia” fiscale, operata in debito, vada in maniera scandalosa a quelli che guadagnano di più e non già a quelli che hanno un reddito più basso e che hanno sofferto veramente la crisi? Ovviamente a questo non c’è risposta ma solo censura!! Anzi, per dirla tutta, il premier aveva ipotizzato di sterilizzare il benefit per i redditi sopra i 55.000€, destinandolo ad agevolazioni per il caro bollette, ma è stato bocciato nel Consiglio dei Ministri senza che nessuno ne desse conto e notizia, ma si sa, nessuno parla al GUIDATORE!
Abbiamo una SPESA PREVIDENZIALE nel Paese in linea con tutti i paesi della UE, quelli che dovevano abolire la legge Fornero hanno partorito quota 100, oggi per quadrare il cerchio fanno 102 e noi, che poniamo sempre e con convinta insistenza una RIFORMA PREVIDENZIALE per ristabilire il diritto dopo 41 anni di lavoro, per ridare contezza dei lavori usuranti e trovare soluzioni per quelli che un lavoro non ce l’hanno e una pensione men che meno l’avranno, passiamo per IRRESPONSABILI E REAZIONARI. Abbiamo chiesto politiche di sostegno ed attive per il LAVORO, che significhino anche penalizzare le aziende che delocalizzano in Italia e all’Estero avendo preso agevolazioni e contributi pubblici salvo poi scappare, perché siamo convinti che non si può chiudere al Sud e ricevere incentivi al Nord, né approfittare degli aiuti e poi investire in paesi ospitanti dove anche la UE è “distratta“. Ovviamente il Consiglio dei Ministri ha altro a cui pensare e questa iniziativa, pur condivisa, è morta ancora prima di nascere; la Previdenza si rilancia soprattutto aumentando quelli che contribuiscono, creare nuova e buona occupazione è l’unica strada, non basta sostituire quelli che vanno in pensione, che già non si fa con il saldo occupazionale che continua a calare e con contratti a tempo determinato e sottopagati, ma finché diminuiranno quelli che lavorano e, fortunatamente, aumenteranno e vivranno quelli in pensione, il problema resta e non si risolve abbattendo continuamente il diritto alla quiescenza. In questi giorni ci hanno detto di tutto, con una costante che ha paurosamente e incredibilmente accomunato tutte le parti politiche, che di per sé è un risultato: per la prima volta sono tutti d’accordo, anche se solo nel condannare lo sciopero, senza capire né voler parlare del perché e delle sue ragioni, uno sciopero visto contro le politiche del Governo e del suo Presidente a cui tutti tendono la mano nell’attesa di riceverne indulgenze.
Ora appare evidente che se UIL e CGIL sono da una parte e dall’altra ci sono tutti, compresi Lega e FDI che dopo aver soffiato sulla protesta dei no vax alimentandola, adesso professano sensibilità istituzionale, con non poco imbarazzo e malcelata contraddizione di tutti gli altri, compresi PD e quello che resta della sinistra. Noi dobbiamo dare contezza a lavoratori, pensionati, giovani e donne che non siamo dalla parte sbagliata, che è proprio il tempo di offrire una chiave di lettura diversa e vera del momento che il Paese sta attraversando, abbiamo il dovere di bilanciare il pensiero unico, il compito di dare voce a chi voce non ce l’ha, a quanti va restituito il presente e costruito il futuro. Non abbiamo lo sciopero come fine, ma nessuno ce lo potrà sottrarre come strumento per esprimere e rappresentare il dissenso di un Paese che non si arrende e non si arrenderà agli equilibri di palazzo a danno di lavoratori, pensionati, giovani e donne dimenticati dalla politica, mai così unita e mai così distante dal Paese reale. Se qualcuno pensa che questo sia sbagliato avrà tempo per ricredersi, noi siamo convinti di essere dalla parte giusta almeno per aver visto chi sta da quell’altra.