Un vero disastro. Una situazione al collasso. Solo così potremmo definire ciò che sta accadendo in Ctp, l’azienda provinciale di trasporto su gomma, con un bacino d’utenza di 72 comuni tra la provincia di Napoli e quella Caserta, che versa in una grave difficoltà finanziaria ormai da anni. Una crisi endemica che ora è diventata insostenibile. E come si suole dire… non c’è mai limite al peggio, anche se peggiorare le cose a volte è molto più semplice che migliorarle ma quando poi in ballo c’è il destino di circa 500 lavoratori bisognerebbe fare di tutto pur di salvare i livelli occupazionali e retributivi di quelle persone che con quel lavoro ci vivono.
L’ente metropolitano, pur avendo capacità finanziaria, è da tempo in dissesto per incompetenza e gestione amministrativa, elementi che finora hanno purtroppo danneggiato solo i lavoratori che, nel caso specifico, non hanno percepito neanche lo stipendio del mese di gennaio nonostante l’azienda avesse assicurato il versamento delle spettanze economiche entro il 10 febbraio e, per di più, avanzano anche 7 mesi di ticket arretrati. Ma per ora nulla di fatto. A seguito della riunione tenuta a Città Metropolitana, l’ente di piazza Matteotti ha confermato che non potrà pagare con intervento sostitutivo retributivo tutti i dipendenti Ctp poiché la norma prevede di poterlo fare solo per i lavoratori che orbitano sul contratto di Napoli. In pratica, si potrebbe pagare solo una parte dei lavoratori, come se ci fossero quelli che meritano di essere pagati prima e quelli che invece possono essere pagati dopo, come se ci fossero lavoratori di serie A e quelli di serie B, come se non tutti fossero uguali e meritassero di percepire il sacrosanto stipendio. Intanto le spettanze dei lavoratori non sono state ancora saldate, i pensionati sono senza Tfr e i contributi non sono stati versati. A determinare inizialmente questa incresciosa situazione è stata l’azienda che non è riuscita a regolare i compensi dei lavoratori a causa del Durc irregolare (per 5 milioni) dovuto al mancato versamento dei contributi che, di conseguenza, ha impedito il ricevimento dei corrispettivi economici chilometrici bloccando quindi l’erogazione degli stipendi. L’azienda, tenuto conto della tensione economico finanziaria, ha presentato il 24 dicembre scorso la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo, probabilmente l’unica strada per evitare il fallimento, per risanarla e rilanciarla. Il Tribunale fallimentare di Napoli Nord ha ammesso la domanda di concordato preventivo in bianco il 4 febbraio scorso. I giudici hanno poi concesso 60 giorni per presentare la domanda completa comprensiva del piano di salvataggio entro il 23 aprile 2021. Va ricordato che attualmente Ctp sconta una esposizione debitoria di circa 62 milioni di euro ma vanta crediti per circa 40 milioni nei confronti della Città Metropolitana, proprietaria della società partecipata, oggetto di contenzioso, per i quali però potrebbe essere prevista la possibilità di una transazione. Proprio qualche giorno fa Città Metropolitana ha comunicato di aver predisposto tutte le attività per la regolarizzazione del Durc, operazione che potrebbe avvenire nei prossimi giorni, cosicché sarà poi possibile trasferire le risorse relative alle fatture legate ai chilometrici svolti e consentire a Ctp di pagare gli stipendi di tutti i suoi dipendenti. La documentazione relativa alla procedura di sblocco del Durc è stata inoltre inviata anche alla Regione che, da verifiche effettuate, a sua volta potrebbe pagare le fatture dei chilometri esercitati sul contratto di Caserta, sia del mese di dicembre 2020 che del mese di gennaio 2021, somme che potrebbero quindi, nel caso fossero sbloccate prima di quelle di città metropolitana, essere utilizzate anche per sanare prima possibile gli stipendi. Intanto la tensione tra i lavoratori cresce, ormai stanchi e stremati dalle condizioni in cui versano e dall’incertezza sul proprio futuro lavorativo.
Una situazione delicata quella dell’azienda dei trasporti di proprietà della Città Metropolitana di Napoli e anche per il suo indotto, per tantissimi lavoratori che vivono una condizione di instabilità straordinaria. Si continua solo a scaricare responsabilità, si è pronti ad alzare le mani e ad affermare che non si hanno colpe, ma la colpa di chi è? Di chi la mattina scende di casa e si mette sul proprio mezzo faticandosi la giornata lavorativa? La colpa è di chi, nonostante una pandemia ancora in atto, nonostante un parco mezzi vetusto, nonostante situazioni precarie in cui si lavora, cerca di erogare comunque un servizio pubblico alla cittadinanza? O la colpa è di chi ha messo le aziende di trasporto in ginocchio mentre si beava in ennesimi proclami? Ormai non c’è più tempo. È necessario avviare quanto prima il risanamento definitivo dell’azienda recuperando produttività e credibilità presso la vasta platea di utenza servita ma è importante nell’immediato che l’azienda e la sua proprietà si impegnino a garantire la retribuzione che è il principale diritto del dipendente e il principale obbligo del datore. Senza soldi non si cantano messe…un’amara verità a cui i Lavoratori e le Lavoratrici Ctp non possono più sottostare.