C’è spavento, tanta paura. È un nemico invisibile, ti affronta ad armi impari, si insinua lentamente e si ha difficoltà a sconfiggerlo. Siamo tutti nel panico totale e lo dimostra il fatto che in questi giorni, la maggior parte delle persone che abitano lungo lo stivale, si siano chiusi in casa per paura del contagio. Niente lavoro, si resta a casa, così ha deciso il nostro Governo, meglio preservare la vita che è il bene più prezioso. Non c’è nulla da discutere. Ma ci sono categorie di Lavoratori che proprio non possono permettersi di restare a casa, anche in questi giorni così delicati, anche quando il Governo adotta delle misure, contenute in un decreto, atte a fronteggiare il mostro, il Coronavirus, un decreto che si chiama “Io resto a casa”. Nonostante ci sia il divieto di uscire ci sono però spostamenti e servizi che non si possono fermare, limitati allo stretto necessario, ma che comunque vanno fatti. Ci sono categorie di Lavoratori che non si sono fermati e ancora in queste ore continuano a svolgere il proprio lavoro, con professionalità, con senso di appartenenza alla propria categoria, con grande responsabilità. Ci sono medici, infermieri, vigili del fuoco, personale delle forze dell’ordine, farmacisti, esercenti di attività commerciali di beni di prima necessità, ma ci sono anche ferrovieri e lavoratori degli appalti accessori e complementari, tassisti e lavoratori del noleggio, portuali, marittimi, lavoratori delle merci logistica ed autotrasporto, lavoratori della viabilità e del trasporto aereo, operatori dei servizi ambientali, personale addetto alle pulizie, riders, autoferrotranvieri che garantiscono lo svolgimento di un servizio pubblico. Forse tutti i Lavoratori di queste svariate categorie sono immuni da questo Covid-19? Forse hanno sviluppato anticorpi in grado di debellare questo mostro?
Assolutamente no. Loro sono a rischio come chiunque altro, loro sono in prima linea e continuano ad andare a lavoro e a garantire il servizio a tutta la comunità, ma di loro non si parla, a loro non si è abituati a dire grazie. Sono anche loro genitori di bambini, sono anche loro figli di genitori con gravi patologie, sono anche loro esseri umani che hanno paura di ammalarsi e di contagiare chi gli sta accanto ma, nonostante questo, il loro mestiere continuano a svolgerlo, il loro compito lo portano avanti, a testa alta, con la paura nel cuore e con la speranza che tutto passi presto. Alcune aziende della regione Campania in questi giorni hanno provveduto a distribuire gel igienizzante, mascherine, guanti monouso, piccoli kit per il personale di front line. Ma ancora molti non ne sono provvisti, e anche se questo non serve a scongiurare il pericolo risultano comunque misure che vanno adottate. Si è provveduto a disinfettare i mezzi pubblici ed i luoghi di lavoro, una misura non sufficiente a garantire la salute dei lavoratori, ma andava comunque fatto, ora spetta ai lavoratori osservare “le distanze di sicurezza” disposte dalle norme in materia di prevenzione del contagio da Coronavirus del Consiglio dei Ministri. Ancora non tutte le aziende sono partite con lo strumento dello smart working, ancora si sta decidendo quanti giorni stare a casa, quanti scendere a lavoro, chi far andare in ferie forzate di ufficio, quali categorie di lavoratori far accedere a questa modalità di esecuzione del rapporto di lavoro. Eravamo tutti impreparati? Certo che si. Nessuno si aspettava di dover fronteggiare una situazione simile. Ma una cosa è certa: chi deve continuare a lavorare deve farlo in condizioni idonee e compatibili con la gravità della situazione. Le O.O.S.S. chiedono misure ancora più stringenti per affrontare l’emergenza sanitaria da Covid-19, soprattutto per quei lavoratori esposti a mille rischi, sempre in trincea. “Il Trasporto Aereo che era già in crisi prima dell’emergenza necessita di ammortizzatori sociali specifici per tutta la filiera e del rifinanziamento in tempi brevissimi del Fondo di solidarietà del settore. Le regioni devono necessariamente intervenire sul Trasporto pubblico locale e sul trasporto Ferroviario prevedendo che vengano effettuati solo servizi minimi in fasce. La filiera del trasporto delle merci deve essere garantita dando però priorità ai generi essenziali per il Paese come alimentari, approvvigionamenti per gli ospedali e ai farmaci, ai carburanti, le opere di pulizia degli ambienti pubblici e delle nostre strade deve essere garantita”
Ma la cosa fondamentale è che tutti i lavoratori che dovranno continuare a lavorare abbiano garantite tutte le misure di prevenzione e protezione sul proprio posto di lavoro. E la speranza più grande è che tutto passi presto e che nessuno dimentichi ciò che questa gente sta facendo per il Paese intero. A tutto il personale di front line ma anche a tutti quei lavoratori che da casa stanno continuando a dare il loro contributo va enorme riconoscenza e gratitudine. Grazie per la loro presenza, infaticabile e premurosa, grazie per la capacità di mantenere la calma in una situazione così delicata. Grazie perché molti di loro rischiano di ammalarsi per dare al nostro territorio un servizio essenziale. E vale la pena ringraziarli ancora con la speranza che quando saremo usciti da questo tunnel non dimenticheremo la professionalità e la disponibilità con cui stanno svolgendo il proprio lavoro. Perché la parte più difficile, in tutta questa vicenda, sta toccando a loro. Loro a casa non possono starci, loro sono in trincea, in prima linea, consapevoli di contribuire a non bloccare quel minimo civile necessario per continuare a vivere, ma nessuno si sogni mai di obbligarli ancora a lavorare senza gli strumenti di protezione, su quello non si può fare sconto a nessuno, nemmeno ai “servizi garantiti” perché l’unica garanzia che pretendiamo è quella per la salute dei nostri Lavoratori.