Nel suo significato più ampio, l’arte comprende qualsiasi attività umana che dà vita a forme di espressione estetica e di creatività, basandosi su accorgimenti tecnici, abilità innate e acquisite, da norme che derivano dallo studio e dall’esperienza.
Questa potrebbe considerarsi la definizione di un concetto generale, ma in realtà che cos’è veramente l’arte? E’ una domanda aperta che racchiude numerose definizioni e pensieri, la cui risposta è davvero personale intima e soggettiva. Nella sua complessità, l’arte non è altro che uno strumento di profonda comunicazione, capace di trasmettere emozioni di diversa intensità a seconda dello stato d’animo, della cultura e del pensiero del soggetto che la osserva.
“Osservare”, è un comportamento così semplice da non accorgersi della naturalezza con cui si compie. Per guardare un’opera d’arte può bastare meno di un minuto o, contrariamente, non ci si accorge del tempo che passa anche solo ammirando la bellezza di un particolare. Non a caso l’arte è un prezioso patrimonio dell’umanità!
Ma i disabili che possibilità hanno di godersi un’opera d’arte? Che gesti possono compiere per guardare un quadro o una scultura?
I ciechi, come molti preferiscono essere chiamati, hanno sviluppato sensi come tatto, udito, e olfatto in maniera notevole per percepire il mondo che li circonda, ma nel caso dell’arte, lo strumento dell’audioguida non risulta essere sufficiente per creare una vera connessione con l’opera. Studiosi e ricercatori, hanno provato ad avvicinare queste persone al mondo dell’arte non escludendo la possibilità di sfruttare al massimo i sensi come il tatto e l’udito. Infatti sono state riprodotte alcune famose opere scultoree, per sperimentare la possibilità di “guardare” un’opera al tatto, semplicemente con le mani. Da questa sperimentazione è emerso che l’intensità di connessione con l’opera ad “occhi chiusi” è stata forte e ricca di emozioni, dimostrando quindi una possibilità di allargare i confini dell’arte.
Infatti alcuni musei, come il Museo Omero di Ancona, mettono a disposizione riproduzioni di famose opere di scultura per essere “toccate”, così facendo si può “disegnare” l’opera, percepire come è stato scolpito il marmo o il bronzo, scoprire come sia stato realizzato un riccio di capello o il drappo di un vestito. Un’esperienza unica, un vero e proprio viaggio sensoriale che permette di scoprire la grandiosità della scultura. Questa esperienza ha catturato l’attenzione di un vasto pubblico, curioso di mettere alla prova i proprio sensi e di avere un contatto così ravvicinato con l’opera. Infatti in molti hanno voluto provare l’osservazione di un’opera al tatto, chi ad occhi chiusi alla ricerca di un imprinting, altri ad occhi aperti alla ricerca di dettagli nascosti.
Ma la pittura? E’ possibile riprodurre un’opera di questo genere?
Esiste il Progetto di ricerca T-vedO (Ricostruzione tridimensionale per non vedenti di opera d’arte pittorica), finanziato dalla Regione Toscana su fondi PAR – FAS 2007-2013, che studia le modalità di traduzione dell’opera. I ricercatori hanno studiato un metodo computerizzato semiautomatico capace di realizzare opere d’arte bidimensionali in modelli tridimensionali, ad esempio i bassorilievi tattili. Questi modelli non sono semplici stampe, perché le scansioni riproducono tutte le caratteristiche dell’opera trasformata. E i colori, le sfumature o il chiaroscuro?
La complessità di questo meraviglioso lavoro è proprio questa, la capacità di trasmettere l’interpretazione, la rappresentazione di colori, giochi di luce e di ombre, e la prospettiva. Purtroppo la stampa tridimensionale non è sufficiente, è quindi indispensabile collegare a queste traduzioni di opere una spiegazione audio. Il tatto e la vista sono gli occhi per guardare un’opera d’arte, infatti questi modelli sono dotati di tecnologia a sensori, che una volta attivati con la mano, servono l’informazione vocale.
Attraverso la tecnologia e grazie agli studi di questi ricercatori, è stato possibile allargare i confine dell’arte, perché l’arte e le emozioni che essa è capace di trasmettere è un patrimonio universale, l’arte è di tutti e deve essere un momento di unione, condivisione e non di separazione.