Il Napoli incappa nell’ennesimo risultato negativo facendosi fermare in casa dall’Atalanta di Gasperini sul 2-2. Eppure, questa volta, c’è poco da rinfacciare agli uomini di Ancelotti. Gli azzurri, infatti, si rendono protagonisti di una prestazione ad altissimi livelli, forse la migliore – dopo la sfida vinta contro il Liverpool – da inizio anno. Nonostante ciò, i veri protagonisti del pareggio al San Paolo (reti di Maksimovic al 16’, Freuler 41’, Milik al 71’ e Ilicic al minuto 86) restano Giacomelli e il Var, autori di veri e propri “capolavori” che i tifosi del Napoli faticheranno a dimenticare per molto tempo ancora. Al di là dell’ormai discusso e ridiscusso episodio che vede coinvolti Llorente e Kjaer al minuto 85, ci sarebbero altri due casi che lasciano molti dubbi: il fallaccio di Pasalic su Callejon al 66’ che sembra essere, anche se di pochi centimetri, in area di rigore, e il fallo di mano sospetto di Toloi al 97’ sempre in area di rigore ritenuto non sanzionabile dal direttore di gara.
Errori arbitrali che a fine gara pesano quanto un macigno, vista la prestazione degli azzurri padroni del campo e del gioco per larghi tratti del match. Scelte e abbagli di Giacomelli in campo e Banti al Var che determinano il risultato finale. Un risultato che lascia l’amaro in bocca, considerando le tante occasioni da goal create dai partenopei. Tuttavia, nonostante le sviste arbitrali, il Napoli continua in quella che ormai è una costante, ovvero il saper creare tanto ma il non riuscire a capitalizzare. Un problema che gli azzurri si trascinano da inizio anno e che non sembra trovare un punto di svolta o soluzione. Bisogna rimboccarsi le maniche e capire che per poter competere con questa Juventus e questa Inter che, nonostante qualche scivolone, sembrano non volersi fermare, bisogna chiudere certe gare nel più breve tempo possibile, senza lasciare spazio agli avversari di poter rientrare o restare in partita. Sbollita la rabbia, Ancelotti e giocatori dovranno concentrarsi su determinati aspetti per non rischiare di rimanere fuori dai giochi già da dicembre e vedersi obbligati a puntare tutto su Champions League e Coppa Italia.