Salvare la storica compagnia di bandiera, l’Alitalia, è un processo sicuramente difficile e di certo la situazione generale che imperversa nel settore aereo, settore strategico per il Paese, è estremamente grave. Serve nell’immediato un piano di salvataggio, di quelli seri, servono risorse adeguate per il Fondo di solidarietà, serve una concreta legislazione nazionale a sostegno del settore che contrasti il dumping contrattuale e che preveda l’applicazione del contratto di settore e di regole chiare, a salvaguardia dell’occupazione e dei salari. Serve continuare il confronto per il rinnovo della parte generale del contratto nazionale del trasporto aereo, scaduto il 31 dicembre 2016 e in fase di trattativa per il rinnovo. Serve questo e tanto altro per scongiurare il fallimento della compagnia di bandiera che ormai vive di difficoltà perenni, tra amministrazioni straordinarie e fallimenti ripetuti, evitati o meno.
Non si poteva quindi non arrivare allo sciopero nazionale del trasporto aereo, di quattro ore, previsto lunedì 25 marzo, proclamato dalla Uiltrasporti insieme alla Filt Cgil, Fit Cisl e Ugl Trasporto aereo. Risultano essere circa 1500 i lavoratori del personale di terra e di volo ancora in Cigs, lavoratori che non hanno più nessuna prospettiva, nessuna garanzia sul loro futuro e sul futuro della loro azienda, lavoratori che chiedono solo certezza sul mantenimento dei livelli occupazionali. Protesteranno quindi tutti insieme, tutti gli addetti del settore, piloti e assistenti di volo, personale di terra, tecnici della manutenzione, addetti all’Handling, al Catering e alle gestioni aeroportuali. La procedura di amministrazione straordinaria del Gruppo Alitalia è alla sua fase conclusiva e la paura è che si chiuda con un impatto negativo sul fronte del lavoro, con esuberi, tagli al costo del lavoro dei dipendenti diretti dell’azienda e delle imprese dell’indotto. Come se non bastasse, arriva il provvedimento del Governo contenuto nel Decreto-Legge 28 gennaio 2019, n. 4, in vigore dal 29/01/2019, dove all’articolo 26, relativo al Fondo di Solidarietà del Trasporto Aereo, che riduce nel tempo e nella quantità economica la destinazione delle addizionali comunali dei diritti di imbarco verso il Fondo, l’unica misura che in questi anni è stata utile ad ammortizzare per i lavoratori e le lavoratrici le frequenti espulsioni, sia in termini di ammortizzatori sociali che di veri e propri licenziamenti, causati dalle continue crisi delle imprese del settore. Il Fondo Speciale per il Trasporto Aereo, creato nel 2004, nasce con l’intento di intervenire “in casi di crisi di aziende del settore del trasporto aereo, per erogare specifici trattamenti a favore di lavoratori interessati da riduzioni dell’orario di lavoro, da sospensioni temporanee dell’attività lavorativa o da processi di mobilità e finanziare programmi formativi di riconversione o riqualificazione”, in pratica, un’integrazione della mobilità, della cassa integrazione e guadagni straordinaria e della cassa integrazione in deroga e solidarietà. Se vengono a mancare le risorse adeguate al Fondo di solidarietà del settore, che sostiene oltre 10 mila lavoratori, quale sarà lo scenario futuro per i lavoratori che vivono in questo comparto? I livelli occupazionali come saranno garantiti? “È necessaria una concreta legislazione nazionale a sostegno del settore che contrasti il dumping contrattuale e che preveda l’applicazione del contratto di settore e di regole chiare, a salvaguardia dell’occupazione e dei salari”. Ancora una volta i lavoratori e i sindacati sono sul piede di guerra. Ancora una volta si lotta per la salvaguardia dei livelli occupazionali e retributivi, ancora una volta si chiede la ristrutturazione della compagnia Alitalia attraverso un piano industriale di sviluppo che preveda investimenti concreti. L’obiettivo è quello di avere un’azienda in grado di aprire una nuova stagione dell’aeronautica civile italiana, di successo e di sviluppo e tutti i lavoratori, il 25 marzo, saranno pronti a protestare per la salvezza della loro azienda e del loro lavoro, di un settore così strategico per l’economia del nostro Paese.