È come se si giocasse perennemente a rimettere a posto i pezzi di un puzzle. Un pezzo dopo l’altro, lentamente, ma i pezzi che lo compongono sembrano essere troppo numerosi e nonostante possa essere completato da più persone cooperanti fra loro c’è comunque il pezzo mancante che non consente di vederlo finito.
Così sembra essere per l’Azienda Napoletana Mobilità. Pare che per questa azienda di trasporto pubblico sia così difficile mettere definitivamente le cose a posto, salvarla e farla diventare un’azienda sana. Nonostante il Comune di Napoli rincuori i 2.265 dipendenti affermando la priorità del trasporto pubblico su ogni altra cosa, nonostante il Sindaco abbia più volte annunciato che nel 2019 avrebbe promosso Napoli a capitale mondiale del trasporto, garantendo che l’azienda rimarrà sempre pubblica e rassicurando i lavoratori del comparto, l’odissea senza fine di Anm continua a scrivere la sua triste storia.
In una lettera datata 6 febbraio, il Primo Cittadino ha chiesto al Presidente della Regione Campania la riapertura del tavolo istituzionale sulle questioni relative al Tpl della città di Napoli comunicando che l’erogazione del servizio da parte di ANM durerà fino al 31 dicembre 2019 (per effetto dell’affidamento in house dal Comune di Napoli direttamente a questa partecipata).
Ipotesi privatizzazione? Dal 1° gennaio 2020 cosa accadrà?
“Con quest’azione il sindaco contraddice tutto ciò che ha detto fino a ieri, adesso rischiamo di privatizzare il trasporto pubblico locale con conseguenze serie sull’occupazione, sull’erogazione del servizio e sui costi per la cittadinanza. Il Comune di Napoli e l’azienda Anm hanno il dovere di confrontarsi con le Organizzazioni Sindacali per dare garanzie e certezze ai nostri lavoratori, sul piano industriale e per fare chiarezza sul futuro dell’azienda. La UIL e la UILT Campania, insieme agli altri sindacati, non faranno un passo indietro e sono pronti alla mobilitazione per difendere il lavoro e il diritto alla mobilità dei cittadini ” dichiarano Giovanni Sgambati e Antonio Aiello, segretari generali della Uil e della Uiltrasporti della Campania. “Le nostre preoccupazioni più volte palesate per il futuro di ANM e dei suoi lavoratori sono diventate realtà. La lettera inviata dal sindaco De Magistris al presidente De Luca, in cui mette nero su bianco che il servizio di trasporto pubblico locale sarà erogato da ANM fino al 31 dicembre 2019, ne è la testimonianza”.
Se la Regione non convocherà al più presto il tavolo istituzionale, all’inizio del nuovo anno il trasporto cittadino non sarà più affidato alla storica azienda partenopea e probabilmente rischierà di non essere più a gestione pubblica e, come da direttive europee, sarà indetto un bando per l’affidamento. Che le perplessità e le preoccupazioni sul futuro di Anm fossero molte era fuori di dubbio, ma questa lettera del Comune le accresce ancor di più, riversandole sul futuro di tutto il trasporto pubblico della città di Napoli. Annunci e proclami sul rilancio dell’azienda se ne sono sentiti così tanti che lavoratori e cittadini ci hanno quasi creduto, come si crede ad una bella favola; eppure, ancora oggi, si chiede la tutela dei livelli occupazionali dei lavoratori Anm e la garanzia del servizio offerto agli utenti.
Più volte la Uiltrasporti insieme a Filt Cgil e Fit Cisl hanno manifestato preoccupazioni sulle sorti dell’azienda. La politica aveva assicurato che tutto sarebbe stato messo a posto, il management aziendale ha continuato nelle sue scelte gestionali effettuate nell’ottica del rilancio aziendale. Ma come si fa a garantire il piano industriale, come si fanno ad affrontare nuove assunzioni (annunciate a più riprese), come si farà a garantire il futuro di questa azienda se a fine anno rischia di non gestire più il trasporto pubblico locale partenopeo? Il Comune e la governance di Anm diano garanzie immediate, diano risposte concrete e raccontino per una volta la pura verità.
L’Anm è un’azienda che è stata ammessa a concordato preventivo ma non può definirsi ancora salva. È pur sempre un’azienda che si trova in uno stato di crisi e di insolvenza e che si affida alla procedura concorsuale per tentare il risanamento. L’Anm sarà salva solamente nel momento in cui riuscirà a pagare i debiti che la opprimono: 179.595.000 euro. Adesso è arrivato il momento che Comune e Azienda si impegnino veramente a dare garanzie ai lavoratori, alle loro famiglie, alla cittadinanza tutta, che merita un trasporto degno di questo nome; che si faccia chiarezza finalmente sul futuro di questa azienda perché i lavoratori sono stanchi, tutta la città è stanca e perché non siano sempre gli stessi a dover pagare.
La Redazione