Con il Decreto Legislativo n. 91 del 2017, denominato Decreto Sud, si introduce anche in Italia la Zona Economica Speciale, cosiddetta ZES, un nuovo concetto di sviluppo territoriale perimetrando delle zone collegate alle aree portuali e destinando ad esse importanti benefici fiscali e semplificazioni amministrative. Lo scopo è di attrarre degli investimenti di imprese, esistenti o nascenti sulla scorta del buon esempio che arriva da altri paesi dove tale iniziativa ha rafforzato lo sviluppo dell’economia interna, come la Polonia che ha un mercato del lavoro competitivo, una manodopera qualificata, una notevole offerta di terreni ed un buon livello di infrastrutture è riuscita ad essere con le sue ZES un polo economico di forte attrazione attirando multinazionali come Toyota, Bosh, Henkel, IBM, Bridgestone e molte altre. Ma le ZES sono uno strumento che anche in altre parti del mondo funzionano efficientemente da qualche tempo, le più note sono quella di Shanghai in Cina, di Dubai negli Emirati Arabi e quella di Tangeri in Marocco.
Quindi, con la speranza di dare un nuovo impulso al mezzogiorno di Italia, è stata prevista la nascita delle ZES nelle aree di Napoli, Salerno, Gioia Tauro, Bari e Taranto, con l’innesto anche di siti, come valle Ufida, che per il loro posizionamento sulle linee di comunicazione dei canali TEN-T ( Trans European Network-Transport ), collegano i maggiori siti europei.
Per questo progetto il Governo ha stanziato 200 milioni da utilizzare tra il 2018 ed il 2020. Peraltro proprio in questi giorni nella nostra regione è stato siglato un accordo tra il Banco di Napoli e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale che apre un linea di credito privilegiato alle aziende che intendono investire nelle aree delle ZES. Insomma, un altro progetto che potrebbe significare sviluppo ed occupazione sperando che questa volta saremo in grado di cogliere l’occasione.