Le scene di questi giorni del disastro del Gran Sasso,  hanno donato   per tutto questo tragico fine settimana  sensazioni devastanti e contrastanti, con notizie di salvati e miracolati, di uomini e donne che hanno rischiato e stanno rischiando la propria incolumità, di bimbi tutti salvati dal gioco -erano in sala bigliardo- di famiglie distrutte e poi ritrovatesi, di nuovi orfani e di genitori disperati solo per non avere ancora notizie o per averle avute sbagliate; ma tutto ciò non  lascia e non può lasciare  solo sgomenti di fronte all’ennesima fatalità, che per quanto straordinaria è successa ancora in montagna d’inverno, con il terremoto in un piccolo comune, nel centro del Paese, che anche a fronte dell’efficace azione dei  soccorritori ha ancora registrato  carenze nella tempestività degli interventi, anche per la inadeguatezza dei mezzi a disposizione degli enti locali,  che probabilmente avrebbero potuto sventare questa tragedia. In caso di neve più o meno eccessiva bisogna ripulire le strade, e questo lo sapevano tutti, se c’è un’emergenza neve si avvisano tutti, ma se poi qualcuno richiede un intervento di ripristino bisogna essere pronti per farlo, altrimenti che senso ha tutta sta scena se poi non si hanno i mezzi per intervenire. La manutenzione  delle strade provinciali  e quindi anche per quella per Farindoli è  di competenza di un Ente che non si sa più cosa sia e dopo il referendum cosa debba essere, alle province sono stati tagliati fondi e competenze per decreto, lasciando però le funzioni e le responsabilità che per  trasporti, scuole, strade sono adesso in molti casi semplicemente negate. Adesso ci si attarderà sullo scovare qualche ritardo, qualche mancato riscontro, magari se qualche autorizzazione o concessione che non doveva esserci c’è stata, ma che senso avrà tutto ciò finché si sarà costretti a morire solo perché  chi doveva non può più, e  solo perché altri hanno deciso senza pensare che non è con un decreto legge che si cambia il Paese. La pulizia della strada per l’hotel, ora  maledetto, era affidata ad una ditta che sarebbe dovuta intervenire una volta al giorno  a fine mattinata con uno spazzaneve, ma con muri di due metri di neve occorre la turbina, di cui la provincia non dispone; strano in un territorio come  il Gran Sasso, che provvede a  richiedere al governo, che interessa la protezione civile ecc. ecc. …e intanto la neve cade, le persone sono pronte a partire, il terremoto arriva ad aumentare il panico, ma nessuno sa come e che fare senza mezzi e quindi anche senza responsabilità. Il dramma è servito ancora una volta, perché questo è un Paese senza più la testa ma con tante braccia deboli e talvolta focomeliche, a cui si prova di volta in volta a tagliare altri legamenti. IL GOVERNO RIFLETTA,   non bisogna dare poteri speciali ad altri, ma provare a garantire quelli ordinari ai soggetti esistenti, disegnando un sistema paese in grado di far fronte alle proprie esigenze prima, ma molto prima che se ne registri l’emergenza, magari ripristinando i fondi, le strutture, e i mezzi per prevenire, assistere e in ultimo anche intervenire sulle eccezionalità, che, se si ripetono  sistematicamente, non sono più tali ma solo  la costante di un Paese allo sfascio.