Un altro anno volge al termine in casa EAV e tirar le somme viene quasi automatico. Molto c’è da rivedere e criticare, ma ad onore del vero è giusto sottolineare prima quel po’ di buono che è stato fatto. L’ iniziativa “un treno per Cuma” ad esempio ha avuto davvero un ottimo riscontro in temini di partecipazione. La riapertura della galleria Posillipo sulla linea Cumana, chiusa da tempo immemore per lavori, è stata una mano santa per tutti gli utenti che hanno visto ridursi i tempi di attesa e percorrenza potendo i treni viaggiare nuovamente sul doppio binario. Da ricordare inoltre: l’acquisto dei 59 autobus usati ed i 18 nuovi “omaggiati” dalla Regione; Sam, la nuova applicazione per smartphone che assiste i viaggiatori EAV in caso di emergenza; la riapertura della funivia del Faito e gli abbonamenti annuali gratuiti per gli studenti.

Sembra tanto, ma in realtà la bilancia continua a pendere nettamente dal lato opposto, quello dei disservizi, delle mancanze e delle incoerenze. Per intendersi, basterebbe citare i due casi di deragliamento avvenuti in appena un mese (tra ottobre e novembre) sulle linee Cumana (altezza Cantieri) e Circumflegrea (altezza Grotta del Sole) per far piombare l’ago della bilancio da un unico lato. Quello del disastro. Ma restano almeno un paio di cose ancora da dover necessariamente menzionare.

Innanzitutto l’insensata organizzazione per la lotta all’evasione con servizio di controlleria in ingresso solamente nelle tre stazioni principali: Garibaldi, Porta Nolana, Montesanto, laddove basta acquistare il biglietto a tariffa più bassa tanto per poter accedere ai servizi ferroviari, “offerti” invece gratuitamente se si parte da qualsiasi (o quasi) altra stazione aziendale.

L’obsolescenza, poi, delle linee ferriovarie, del segnalamento, dei deviatoi, dell’armamento e dei treni soprattutto, oltremodo in numero notevolmente inferiore a quelli indispensabili per erogare un servizio ferriovario degno di tale nome.

Finiamo l’increscioso elenco con le stazioni vandalizzate, l’assenza di agenti di vigilanza a tutela dei patrimoni e dei lavoratori ed il mai sbocciato senso di appartenenza ad un’azienda che post-fusione mai ha posto rimedio a tutte le incongruenze che esistono tra i lavoratori ex Circumvesuviana, Sepsa e Metrocampania NE, in termini di parametri, benefici, condizioni ed accentramento dei poteri.