Xavier era seduto nella poltroncina del piccolo studio di casa. Nella mano destra un bicchiere di White-Label Ancestor pieno a metà, un vero nettare per intenditori. Il corpo rilassato, gli occhi rivolti verso l’ampio finestrone che dava sul giardino, dove ormai trionfavano i colori della tarda estate. Ma Xavier non vedeva nulla, con lo sguardo perso nel vuoto pensava. Riepilogava gli eventi di quegli ultimi mesi che avevano riempito i notiziari di questo mondo ormai globalizzato, il mondo ville come lui lo chiamava. Ebbene, l’elenco era lungo ed inquietante, tutta una catena di attentati di matrice Islamica, direttamente o indirettamente ispirati dal sedicente Califfato.
Nonostante le sconfitte militari sul territorio i proclami dell’ISIS avevano il potere di attrarre tutti gli sbandati psicolabili che l’Islam e l’Occidente avevano prodotto. Poi c’erano le notizie di economia, così pensava Xavier, anch’esse non positive. C’era poi da tener presente una lunga sequela di elezioni politiche negli Usa, in Francia, in Germania e soprattutto in Olanda. Quel che soprattutto mancava era una risposta politica forte. Poi come se l’insieme di quei pensieri fosse troppo crebbe, Xavier si concentrò sui vari aspetti delle elezioni che di lì a poco si sarebbero tenute in tutti quei paesi. Se non altro per il piacere speculativo d’immaginare quale reazione politica ne poteva venir fuori, una volta espletate le consultazioni.
Ma cosa saltava subito agli occhi sia al di qua che al di là dell’Atlantico erano i toni dei partiti conservatori, se si vuole populisti come oggi si chiamano le destre, nelle loro varie sfumature. Or bene in ogni caso una cosa le accomunava tutte, la mancanza di originalità non solo nei programmi ma anche negli slogan. Tutti i popolar-destrosi erano a guardar bene plagiatori di programmi e riciclatori di parole d’ordine, non solo di quelle storicamente a loro riconosciute. Xavier si rese conto ch’erano dei saccheggiatori dell’altrui bagaglio culturale. Così Xavier si ricordò di alcuni episodi che portò a supporto del ragionamento che faceva con sé stesso. Cominciò da esempi domestici avvenuti in Italia qualche anno prima, quando si affacciò sulla scena politica un imprenditore Milanese.
Egli cominciò col chiamare la formazione politica da sé inventata col nome di ”forza Italia’‘ e gli eletti delle sue fila in parlamento furono chiamati ”azzurri’‘. Xavier ricordava molto bene l’imbarazzo dei suoi concittadini ogni volta che si esibiva la nazionale di calcio. Sicuramente non c’era nessuna ‘’invenzione” in quei nomignoli, ma sicuramente dava l’idea di quel che pensava adducendo l’incapacità di fare del nuovo. In USA e nella UE ma anche nella U.K. i partiti conservator-populisti usavano slogan che si rifacevano a tempi andati, volendoli semplificare senza alterarne il senso, si potrebbero ridurre a tre parole, dio, patria, famiglia, che riportavano la mente di Xavier ad un non lontanissimo passato molto inquietante. Il giocare sulla paura del ”diverso” che presente nell’inconscio collettivo, come la paura del buio da parte dei bambini dice molto sulla ”visione” politica di queste forze, che si presentano come nuove e innovatrici.
Man mano che ricordava Xavier rivide tutti i muri di filo spinato alzati in Europa negli ultimi tempi, alle promesse fatte ai cittadini Usa di nuove e più efficienti barriere al confine Messicano. Era singolare come sotto tutte le latitudini e sotto tutti i cieli di modo ville, si facessero discorsi tesi a rassicurare o a raggirare i cittadini invitandoli a chiudere le finestre e le porte di casa. Certo state tranquilli ai confini nazionali ci pensiamo noi, votateci e faremo rivivere i fasti del passato alla nostra nazione.
Ma sicuro, se ci pensiamo bene, si diceva Xavier, i nazisti sono andati al potere essendo stati eletti democraticamente, salvo poi abolire le elezioni. Il cuore faceva sperare Xavier sul discernimento degli elettori, almeno in quei paesi definiti democratici. Ma la mente diceva il contrario e come ultimo esempio pensava alla Turchia che stava scivolando verso una deriva autoritaria. E poi ormai le persone erano pigre di pensiero. Xavier versò nel bicchiere quel che restava del White-Label e si accinse a sentire la sinfonia numero 9 in d minore di Beethoven.
Vi saluto e sono L’autoferroagricolo!