“Eppur si muove” avrebbe esclamato con stupore il vecchio Galileo Galilei, dopo anni d’inattività per alcune infrastrutture del trasporto campano, sembra arrivato il tempo di una nuova rifioritura. Abbandonato dopo l’ultima corsa il 10 Settembre del 2012, è stato riaperto il cantiere dell’impianto della funivia del Faito, impianto gestito da EAV, dove già è stata consegnata e posata la fune e i lavori procedono per una possibile riapertura della struttura già per il ponte della liberazione, il 25 A p r i l e 2 0 1 6. Un’operazione che costerebbe intorno ai 2 milioni di euro. Non è da meno il ripristino di un altro impianto a fune, la funicolare di Montevergine, in mano all’AIR, chiuso dal 13 Ottobre 2012, i lavori anch’essi iniziati da poco prevedono gli interventi sulle vie di fuga, la sistemazione e il collaudo dei binari, nonché la revisione di entrambe le carrozze per la verifica del gruppo elettromeccanico e la verniciatura dei lamierati in ferro. Anche questa operazione costata la modica cifra di 1,3 milioni di euro. Alla Luce di tali interventi, i vari enti come i Comuni e nello specifico quello di Mercogliano, Provincia e Regione non possono escludere una riqualificazione dei territori, come nel caso di Montevergine che necessita di un miglioramento della viabilità, della costruzione di parcheggi che potrebbero rendere molto più facile l’inserimento del Santuario Mariano tra le mete e gli eventi turistico-religiosi della regione Campania. Molto più impegnativa è la focalizzazione sul territorio del Faito, dove servirebbero non solo interventi di carattere strut- turale e logistico, ma un’azione forte atta a creare una vera e propria attrattiva turistica . Sensibilizzare la popolazione coinvolgendo le associazioni, gli enti locali, le scuole per la riscoperta del territorio, farebbe convergere un folto bacino d’utenza riportando non solo la zona ma anche l’impianto agli antichi splendori di un tempo.Oramai non basta più solo l’intervento specifico per risolvere delle situazioni, ma chi ci governa dovrebbe capire che bisogna fondare tutto sulla sinergia dei vari enti, dei mezzi e delle attrezzature a disposizione per far funzionare le cose, rilanciare il territorio, il trasporto e il turismo rendendolo competitivo a livello nazionale e non da meno a quello europeo, evitando che i milioni spesi dalle tasche dei contribuenti non restino abbandonati per decenni sul picco della “montagna”.