Trasporto pubblico a Napoli, croce e delizia per i cittadini e gli utenti che utilizzano quotidianamente i bus e i treni per spostarsi da una parte all’altra della città e, semmai l’esperienza diretta e quotidiana non bastasse a certificare il fallimento del settore, la cronaca locale, i giornali, i telegiornali non fanno che testimoniare ogni giorno lo stato comatoso in cui versa il comparto. Aziende sull’orlo del fallimento, aziende che chiudono, aziende che lasciano senza lavoro i propri dipendenti, aziende che mettono in cassa integrazione, aziende che adottano contratti di solidarietà e aziende che vivono ancora, o meglio, sopravvivono, cercando di erogare quel che resta del servizio pubblico locale. Società partecipate, aziende che non sembrano gestite nei fatti da un management aziendale ma piuttosto dalla politica di chi crede di comandare e di utilizzarle a proprio gusto e piacimento, come manifestazione del proprio operato, soprattutto in campagna elettorale. E queste sono aziende che dovrebbero erogare il servizio di trasporto, sono aziende che dovrebbero trasportare i cittadini garantendo loro il sacrosanto diritto alla mobilità, diritto spesso negato, diritto dimenticato da chi le gestisce e le governa. Sono aziende che vivono con un cordone ombelicale che non verrà mai tagliato, quello della politica, un cordone però che non porta linfa vitale ma che fa ammalare, incancrenire, perché solo riflesso di una politica gestionale scorretta e senza logica. E il disastro dei trasporti è così compiuto.
La rabbia e l’indignazione di chi paga e vorrebbe usufruire del servizio pubblico è ormai al limite della sopportazione; corse ridotte, soppresse, linee che non riescono più a collegare le zone periferiche con il centro della città, treni che sono sempre più affollati e che passano con cadenza di un treno regionale, un mix di ingredienti che priva i cittadini dei diritti essenziali nel mentre chissà quanti sprechi si fanno, senza pensare a come rimodulare il servizio pubblico per poterlo garantire a tutti. Nell’ Azienda Napoletana Mobilità le cose non vanno diversamente. Ancora si crede di poter erogare un servizio di trasporto pubblico con mezzi obsoleti e con carenze endemiche, mezzi insufficienti che non riescono a coprire tutti i percorsi. La gente che aspetta alle pensiline dei bus, a volte anche ore intere, a volte anche inutilmente, tanto poi alla fine i bus non passano.
Viaggiatori che fanno a cazzotti sulle banchine della metropolitana della linea 1 per poter accedere alle vetture che sembrano carri di bestiame. Aggiungiamo a tutto questo la sicurezza che sembra sempre più latente, con atti vandalici che aumentano e diventano quasi sistematici. Ma il sindaco di Napoli proprio non ci sta e pretende così più presidi notturni di polizia, in metro e sui bus, controlli potenziati su tutti i mezzi Anm, soprattutto nelle ore notturne. È importante avere a cuore la sicurezza del personale viaggiante e degli utenti, è importante consentire a tutti di viaggiare sicuri sui mezzi Anm. E speriamo che questa non sia l’ennesima trovata preelettorale, speriamo che veramente la politica locale abbia a cuore le sorti di questa azienda di trasporto che negli ultimi tempi sta vivendo innegabili problemi. È giusto che le istituzioni politiche si facciano carico di quello che accade nelle loro aziende partecipate ma è giusto che si faccia con una seria programmazione sul trasporto che consenta la realizzazione di concrete finalità di intervento, consentendo di confrontare metodologie e di perseguire obiettivi comuni e programmati, lontani da una politica gestionale folle e scellerata, lontani da inutili spot elettorali.
Dario Riccio