“Prego biglietti”, questa la frase che i viaggiatori dell’EAV hanno sentito più volte ripetere il 1° Dicembre nella stazione di Montesanto, quando ad effettuare il servizio di controlleria in uscita non c’erano i soliti addetti bensì un gruppetto di Dirigenti, tra cui il Presidente del CdA De Gregorio, che armato di buona volontà non ha esitato a metterci la faccia nell’operazione “Servizio Civile di controlleria”, per dare un segnale chiaro all’utenza di cambiamento ed aumentare, a suo dire, il senso di appartenenza all’azienda del personale. La stravagante iniziativa, accolta con molto scetticismo dal personale, prevede che all’attività tradizionale di controlleria sia affiancata un’attività supplementare, su base volontaria, di tutto il personale amministrativo compreso le alte sfere dirigenziali dell’EAV, per combattere quello che è il fenomeno sociale più preoccupante nel trasporto pubblico locale campano, ovvero l’evasione tariffaria. Certo, un’idea esemplare, ma che andrebbe ripetuta e sostenuta con tutte le sue forze, se realmente si crede negli effetti positivi di un maggior impiego di personale al controllo dei biglietti, magari anche con un maggior e serio coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali, specialmente prima che fosse pubblicato sui giornali e sui social network qualunque proclamo visto che, considerati i precedenti aziendali, non è assolutamente semplice riorganizzare le attività del personale in EAV, soprattutto quando parliamo di una categoria di lavoratori in sottorganico. A primo avviso, presenziare solo per qualche ora i varchi di uscita delle principali stazioni, sembrerebbe che sia servito solo a scattare qualche foto di circostanza per poi aggiornare immediatamente i profili dei social, per dire che in EAV, nonostante la crisi finanziaria che incombe ed il rischio di fallimento alle porte, finalmente si fa sul serio. Eppure nonostante le rassicuranti iniziative intraprese dal nuovo management, la sensazione di molti lavoratori e di parte dell’utenza, che quotidianamente usa i mezzi pubblici per spostarsi per la città, è di aver smarrito la vera mission aziendale, quella di garantire un trasporto pubblico sicuro ed efficiente. Sembrerebbe, infatti, che controllare i varchi e rassicurarsi al tempo stesso che la notizia sia passata su tutti i giornali, mentre ci sono ancora decine di stazioni prive di addetti alla biglietteria e di varchi d’ingresso o con distributori automatici abilitati alla vendita dei titoli di viaggio fuori servizio, servirebbe solo a celare le vere problematiche di una società sull’orlo del default. Per di più, a parere degli addetti ai lavori, improvvisare il servizio di controlleria con il personale amministrativo, ha sminuito la professionalità del personale preposto al controllo, il quale oltre ad essere agenti di polizia amministrativa (requisito indispensabile per identificare le persone ed elevare un verbale), devono aver fatto anche un corso sulla bigliettazione aziendale e regionale, perché è inverosimile che basti dare un’occhiata veloce ad un biglietto obliterato per stabilire se il viaggiatore abbia regolarmente pagato la tratta o stia semplicemente mostrando un biglietto pur di passare i controlli. E com’era prevedibile, nonostante si attribuisca l’aumento dei ricavi da traffico del comparto ferroviario al servizio civile di controllerai o meglio al coraggio del neo presidente di scommettere sul senso di dovere del personale amministrativo, piuttosto che ad una migliore organizzazione del servizio di controlleria e quindi all’intensificazione di ispezioni mirate, molti sono i dubbi circa la solvibilità dell’azienda nei confronti dei fornitori. Resta, infatti, sul groppone dell’EAV ancora il peso dei 700 milioni di euro ereditati dalla precedente amministrazione, che a sua volta li aveva ereditati dalla passata gestione. Non basterà di sicuro lo spirito di abnegazione dei Dirigenti (che sono gli stessi della precedente amministrazione) ad intimorire i creditori a presentare le legittime azioni esecutive contro l’EAV in assenza di moratoria da parte del Governo entro la fine dell’anno. A quel punto, non basterà il Servizio Civile di controlleria per salvare migliaia di posti di lavoro.
Pierino Ferraiuolo