Partire e non arrivare mai, il viaggio del cantautore e compositore napoletano
Carlo Faiello entra nel 1984 a far parte dell’Orchestra di Roberto de Simone e della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Da allora è un “crescendo rossiniano”, partecipa, fra l’altro, a spettacoli come “La gatta Cenerentola”, ”La Cantata di Masaniello”, “Carmina Vivianea”, “La disgrazia di Pulcinella”, al Festival di Sanremo scrivendo per Roberto Murolo, Lina Sastri e molto, molto altro ancora… Quanta vita e quanta energia creativa c’è nei Quartieri Spagnoli di Napoli: è da lì che proviene Carlo Faiello…
Sono nato in un posto strategico: Gradoni di Chiaia. Una salita lunga e ripida di un quartiere popolare fra due quartieri borghesi.
Ha ancora senso cantare in Lingua Napoletana in un contesto di globalizzazione generale?
Soprattutto ora si, soprattutto adesso; non deve essere una sorta di “chiusura”, ma un’apertura verso l’altro visto che è
una Lingua, non un dialetto…
La Napoli di Carlo Faiello…
È molto migliorata rispetto ad anni fa! Da napoletano verace sono assai contento che Piazza Plebiscito ed altre piazze non siano più.. parcheggi per auto ma siano “vivibili” per l’intera città. Ancora una volta mancavano bar con tavolini all’esterno, ora è tutto un pullulare di bar-pizzerie-trattorie… è una città molto meno cupa di quella degli anni ’70 e ciò è dovuto al tanto vituperato Rinascimento Napoletano…
Nel 1984 entri a far parte della N.C.C.P., dove sei stato ben 14 anni…
Lentamente mi sono appassionato a ciò che si “respirava” attorno alla N.C.C.P. e ne sono rimasto coinvolto, musicalmente parlando… Poi, esaurito un ciclo, ho intrapreso altre vie.
Il tuo primo lavoro è del 1993, “Cambierà”: cosa è cambiato da allora?
Tanto, davvero, anche se c’è sempre una sorta di “vittimismo” da parte della stragrande maggioranza dei Napoletani.
Io, che ho cultura greca nel mio DNA, ne sono orgoglioso e fiero. Certo, anch’io vedo le cose che non vanno…
Parliamo di trasporti locali…
Per anni ho adoperato la Cumana in quanto abitavo a Pozzuoli. Ora mi sposto molto con i treni della Linea 1. Sarebbe auspicabile che il servizio pubblico migliorasse e non poco… Questo aspetto della nostra città è peggiorato notevolmente!
“Viaggio” vuol dire…
Partire e non arrivare mai. Ciò, per me, è veramente affascinante…
Cosa ho dimenticato nella presentazione?
Sono un cantautore. Scrivo e canto delle storie. Per me hanno cantato anche Lina Sastri, Patrizia Spinosi, Maria Nazionale, Valentina Stella. Dopo “Cambierà” ho inciso un altro disco, “Le danze di Dioniso”, e scritto un libro, “Il suono della tradizione”. Sono un ricercatore che parallelamente è anche un musicista.
Intendo ri-scoprire la tradizione per tramandarla. “Cambierà” era un omaggio ai cantautori, “Le danze di Dioniso” il suono primordiale della nostra terra.
Cosa bolle nella tua pentola di musicista?
Sono il Direttore Artistico della “Domus Ars”, uno spazio culturale usufruibile da musicisti, gestito con tante difficoltà, di ogni ordine e grado, ma del quale vado molto fiero. Sto realizzando “La Cantata dei Pastori” e continua la consolidata “Notte della tammorra”, che tanto successo, di pubblico e di critica, ha ottenuto nelle precedenti 15 edizioni.
Buon viaggio, Carlo, di vero Cuore, a tempo della tua musica…
Emilio Vittozzi