Finalmente, dopo anni di attesa anche per il comparto degli handling (servizi di carico e scarico bagagli, trasporto passeggeri, check-in) è stato siglato l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale, tra le organizzazioni sindacali confederali e Assohandlers, l’Associazione Nazionale degli Operatori di Handling, a cui aderiscono le aziende del settore handling. La firma del rinnovo del contratto arriva ad oltre tre anni dalla sua scadenza e conclude le sei sezioni del contratto nazionale del trasporto aereo. Come già affermato nel comunicato stampa dal Segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi, la firma al contratto rappresenta uno strumento idoneo al consolidamento del sistema nel suo complesso e dev’essere inteso quale riferimento per contrastare il proliferare di imprese pirata che applicano contratti con meno tutele e senza alcuna clausola sociale. Con il nuovo contratto saranno introdotte maggiori tutele per le lavoratrici e per i lavoratori, in un settore dove, peraltro, è necessaria una specifica disciplina legislativa che meglio regoli il sistema eliminando forme di concorrenza basate sulla mera compressione del costo e delle tutele del lavoro. Inutile dire che le attese dei lavoratori rispetto al rinnovo contrattuale si focalizzavano soprattutto sull’adeguamento economico al costo della vita, che pure c’è stato, con un aumento in busta paga di circa 100 euro mensili ed una tantum di 400 euro, ma probabilmente ciò non è considerato abbastanza dal personale del comparto dell’handling, che si aspettava aumenti economici più cospicui dal nuovo contratto. I contratti collettivi però vanno analizzati nel complesso e soprattutto in riferimento al periodo storico in cui vengono siglati. La prima considerazione da fare è che la nuova riforma del lavoro, ormai tristemente nota con il nome di “Jobs Act”, ha rafforzato molto il potere contrattuale delle aziende e indebolito di conseguenza quello dei lavoratori e dunque del sindacato che li rappresenta. Eppure, nonostante una maggiore produttività e l’introduzione di elementi di flessibilità, il nuovo contratto ha conquistato una clausola sociale più forte nei passaggi di attività con il mantenimento dell’anzianità posseduta da ogni lavoratore. Per questo motivo, è facile immaginare che il valore aggiunto di questo nuovo contratto è il rafforzamento della clausola sociale che garantisce i livelli occupazionali e salariali di tutti i lavoratori del comparto, grazie anche al fatto che tutte le aziende associate si sono impegnate a non applicare il “Jobs Act” a tutti i lavoratori assunti. Ora, chiusa la fase più difficile, è in corso l’attività informativa che vedrà coinvolti tutti i lavoratori del settore e che si concluderà con il referendum a gennaio 2016, affinché democraticamente sia il personale interessato ad esprimere un giudizio finale sull’accordo raggiunto dopo faticose e estenuanti trattative.
Claudio Nocerino